Una settimana di tensione, montata all’indomani dell’annuncio di Forza Nuova. Del gruppo estremista, che ora punta direttamente al Parlamento, l’idea del presidio domenicale contro il mercatino etnico dell’area di risulta. Non nazionalista, secondo il candidato alla Camera Marco Forconi, la radice della manifestazione, bensì una presidio per la legalità. Tanti, troppi, secondo i forzanuovisti e secondo La Destra di Nico Lerri, gli occhi chiusi nei confronti dei ‘vu cumprà’ dall’amministrazione comunale che non riscuoterebbe la tassa di occupazione di suolo pubblico sulle bancarelle e dalle forze dell’ordine, che tartassano gli esercenti commerciali e soprassiedono alla vendita senza scontrino di merce contraffatta, per la quale era stata chiesta la distruzione in pubblica piazza.
Poco tempo è passato per le reazioni, sia dei partiti politici di fronte opposto, con Sel e Rifondazione che sono andati a chiedere direttamente al questore Passamonti di non autorizzare il “presidio neofascista”, come lo hanno definito, sia dei pescaresi convinti che l’integrazione sia cosa giusta e legale. E mentre Forconi otteneva il permesso e rassicurava i suoi, la macchia d’olio della solidarietà ai senegalesi si spargeva in città. Pian piano il mondo dell’associazionismo, la Cgil, il Movimento 5 Stelle e il tam tam su Facebook, dove due eventi organizzati sono confluiti in un unico passaparola, hanno organizzato una contromanifestazione. Così, mentre stamattina alle 10 una quarantina di affiliati a Forza Nuova hanno distribuito volantini sul piazzale della vecchia stazione ferroviaria, poche decine di metri più in là, in mezzo agli ombrelloni che coprono i banchi di cd, dvd, borse e occhiali, si è consumata il vero “scontro dei colori”. Se i più pessimisti temeva perfino la colorita battaglia tra rossi e neri, nell’accezione politica, è andata in scena un più colorato bianchi contro neri, dove pescaresi e africani sono sì venuto a contatto, ma sfregandosi tra loro in una festa danzante.
Di qua chi è convinto che, ormai non più clandestini, gli africani pescaresi contribuiscano al fisco e alla vita quotidiana italiana. Di là chi ha voluto dire “Basta con i buonismi e le tolleranze tout-court che generano sperequazioni ed alimentano conflitti sociali e basta con le discriminazioni verso gli italiani”. In fondo, rigurgiti d’antan a parte, la democrazia è anche questo.
Daniele Galli