Pescara. Parla Domeinici e spara a zero sui protagonisti del processo Sanitopoli. L’ex assessore regionale alla Sanità, imputato oggi chiamato a testimoniare, ha parlato di Angelini come “noto corruttore”, asserendo che l’ex titolare di Villa Pini conoscesse in anticipo i provvedimenti della Regione.
Al processo Sanitopoli è la volta degli imputati. Il primo dei 25 a testimoniare, stamattina presso il tribunale di Pescara, è stato Vito Domenici, ex assessore regionale alla Sanità, accusato di aver preso 500mila euro dall’imprenditore Enzo Angelini
E, cominciando dall’ex titolare della clinica privata Villa Pini, il politico ha sparato a zero quasi su tutti i principali protagonisti del procedimento. La confutazione sulla ‘mazzetta’ ricevuta da Angelini è passata da quello che l’avvocato Menna, difensore dell’imprenditore, ha definito un’insulto: “Angelini era considerato un noto corrutore, sarei stato uno stupido ad accettare una tangente da lui”. Invettiva pungente, poi ammorbidita spiegando che “era una sensazione, chiacchiere da bar, ma conosceva sempre in anticipo tutti i provvedimenti adottati dalla Regione”, E al tal proposito ma Domenici ha sostenuto che Angelini all’epoca lo inseguiva “perché c’erano varie delibere ma non ancora andate in Giunta in cui accreditavo sette case di cura private dell’aquilano. Angelini mi diceva che avevo tolto 10 milioni alle sue strutture”, ha riferito al giudice Domenici, “ma io non potevo più agire”. La brutta fama addossata all’imprenditore della sanità privata, infine, sarebbe stata anche la ragione per cui l’ex assessore non avrebbe mai avuto incontri privati con lui per parlare di cartolarizzazione.
La cartolarizzazione è stato l’altro grande tema della deposizione odierna: quella che Domenici ha incaricato di eseguire sui conti sanitari abruzzesi alla Fira e alla Kpmg: “Quando sono entrato ho trovato un sistema in pieno caos”, ha continuato a deporre l’imputato, “e l’avvocatura della Regione non era abbastanza competente per cartolarizzare”. Domenici ha quindi spiegato di aver convocato una task force composta dai maggiori esperti del caso, tra i quali l’ex presidente Fira Masciarelli e l’avvocato Anelli, specializzato in cartolarizzazioni. Duro anche il giudizio sulle varie direzioni Asl in quanto a trasparenza finanziaria: “La Fira ha chiesto delle autocerfiticazioni sulle performing alle strutture private e dopo un anno le Asl non avevano mandato ancora i dati necessari”. E ancor più duramente, Domenici ha attaccato le aziende sanitarie asserendo che fornivano bilanci “fasulli”, senza specificare i debiti.
Non è stato risparmiato nemmeno Sabatino Aracu, all’epoca dei fatti coordinatore regionale alla sanità. “Quando nel 2003 fui nominati assessore regionale”, ha ricordato Vito Domenici, “Aracu spinse con l’ex presidente della Regione Pace, al pari di quelli sostenuti con l’ex manager della Asl chietina Conga: “Lo sentivo ancora di meno e solo per mandarlo a quel paese”, ha concluso lapidario Domenici dopo 3 ore di deposizione.
Luigi Conga e Vincenzo Angelin, oggi assenti per malattia (l’imprenditore sarebbe affetto da polmonite) , potrebbero essere i prossimi imputati chiamati a testimoniare nell’udienza fissata al 21 gennaio.