Pescara. Si passa alle arringhe difensive per il processo Ciclone, lente d’ingrandimento sulle presunte tangenti al comune di Montesilvano. Oggi in aula l’avvocato dell’ex sindaco Cantagallo: “Indagini viziate dell’astio”.
Sarebbe stato l’astio nutrivo verso Enzo Cantagallo dall’architetto Aurelio Colangelo e dell’ex capo della squadra mobile pescarese ad aver viziato le indagini del processo Ciclone nei confronti dell’ex sindaco di Montesilvano sulle presunte tangenti negli appalti pubblici. A dirlo, stamattina in apertura della sua arringa, è stato l’avvocato difensore di Cordoma, Giuliano Milia davanti al tribunale collegiale di Pescara. Il legale, prima di ripercorrere e analizzare minuziosamente tutti i capi di imputazione, ha premesso e ribadito il ruolo di grande accusatore di Colangelo, all’epoca dei fatti consulente della maggioranza, aggiungendo poi che il pm non è stato in grado di mettere in evidenza quali sono gli elementi costitutivi dell’associazione a delinquere contestata a Cantagallo, evidenziando anche una contraddizione in termini temporali in relazione all’impianto accusatorio originario.
Il processo volge, dunque, alle sue fasi conclusive: dopo le arringhe dei difensori, si arriverà all’attesa sentenza prevista per il 28 dicembre.