Pescara. Era stato sollevato dal Pd il caso dei manifesti con fasci littori e messaggi fascisti affissi in piazza Duca, con la conseguente censura da parte del sindaco che li aveva additati come abusivi. E invece il movimento Fascismo e Libertà querela Albore Mascia: “Sono stati regolarmente pagati e autorizzati”.
Una decina i manifesti affissi nei pressi di piazza Duca, tra il 6 e il 7 dicembre scorsi, riportanti simboli e messaggi inneggianti al fascismo. Un episodio che aveva sdegnato il segretario cittadino e il consigliere comunale del Pd Casciano e Blasioli, che si erano rivolti al sindaco Mascia chiedendogli “Come è potuto accadere che gli uffici comunali non controllano quello che autorizzano o ritengono forse legittima la propaganda fascista?”. E il primo cittadino aveva prontamente risposto che i manifesti erano stati affissi abusivamente e ordinando la censura mediante copertura con altri manifesti bianchi.
A smentirlo, però, c’è la querela sporta alla polizia dalla lancianese Katia De Ritis, federale per l’Abruzzo del movimento Fascismo e Libertà: “Intendo precisare che in data 28 novembre 2011”, riferisce la donna nel verbale della denuncia, “è stata presentata regolare richiesta per l’affissione di 30 manifesti, pagando all’Aipa (l’agenzia che gestisce le affissioni per il comune di Pescara Ndc.) 36 euro per dieci giorni”. Il movimento affiliato al partito socialista nazionale, quindi, rigetta le accuse si abusivismo: “Il 29 novembre i manifesti sono stati affissi con regolare timbro dell’Aipa”, sostiene ancora De Ritis, che querela Mascia per diffamazione a mezzo stampa. Il movimento, infine, chiede che “in caso in cui i manifesti siano stati coperti o rimossi, vengano nuovamente affissi per la durata di dieci giorni come da contratto”.