Pescara. Quasi 200 persone in corteo, oggi pomeriggio, per ricordare Roberto Straccia e appoggiare la protesta contro l’archiviazione delle indagini sulla morte dello studente 24enne scomparso dalla città adriatica esattamente un anno fa e ritrovato morto a Bari il 7 gennaio scorso.
Sono arrivati in 150 da Moresco, il paesino in provincia di Fermo che ha dato in natali a Roberto Straccia, a bordo di 3 pullman. Amici e familiari dello studente 24enne, che a Pescara studiava e che da Pescara è sparito il 14 dicembre scorso, hanno voluto sfilare in massa per manifestare contro la decisione della Procura pescarese di archiviare le indagini sulla morte del ragazzo, rinvenuto cadavere sulle scogliere del lungomare di Bari il 7 gennaio. In testa al serpentone, che alle 15:00 ha preso a muoversi dal porto turistico (dove Roberto è stato avvistato vivo per l’ultima volta), c’erano papà Mario, mamma Rita e Lorena, la sorella dello studente scomparso. Accanto a loro i sindaci di Pescara, Albore Mascia, e di Moresco, Amato Mercuri. A seguirli tanti manifesti e cartelloni: il più emblematico quello che ribadisce le ragioni dell’opposizione all’archiviazione del caso Straccia (clicca e leggi). Messaggi nelle mani dei calciatori della Spes Valdaso, squadra dove giocava Roberto, nelle mani dei suoi amici d’infanzia, di chi non ha mai creduto che il loro amico potesse essersi suicidato e che ora urla “Credete a chi la verità la cerca, non a chi non la trova”.
La prima tappa del “cammino per la verità” è arrivata a metà del ponte del mare, dove si sono uniti i compagni di Roberto dell’università D’Annunzio, che con il gruppo marchigiano hanno steso uno striscione lungo 25 metri sulla balconata: “Vogliamo la verità per Roberto” è il messaggio che ora campeggerà sull’orizzonte della città. In commosso silenzio, Pescara ha visto sfilare il corteo, riprendendo alla mente le tre settimane di angoscia durante le quali tutti hanno seguito l’evolversi delle ricerche del giovane. Attraversando il lungomare, la marcia è arrivata in piazza salotto poco dopo le 16:30, accolta dalla Sezione pescarese dell’Inter Club, e dall’associazione Penelope, che segue e assiste psicologicamente i familiari delle persone scomparse. Il fiume umano si è srotolato su corso Umberto, per mostrare al salotto del sabato pomeriggio tutto il proprio dolore riportato dagli striscioni. Tra le due ali di folla vengono urlate al megafono le parole di ricordo per Roberto e di rabbia contro chi vorrebbe smettere di fargli giustizia. Riassunto nelle frasi pronunciate da Mario Straccia, anche il ringraziamento alla città che ha ospitato gli ultimi giorni di vita di suo figlio: “Mi dispiace che oggi dalla Procura non sia arrivata nessuna risposta. Ma la mia risposta me l’avete data voi oggi con il vostro affetto”, afferma davanti ad uno striscione che recita: “Grazie di cuore alla Pescara che ci ha sostenuto”.