Pescara. Giudizio immediato per Angelo Ciarelli, presunto omicida di Tommaso Cagnetta. Il sostituto procuratore D’Agostino stringe sulla sparatoria del ‘ferro di cavallo’: a incastrare il rom ci sarebbero le impronte e i proiettili ritrovati fuori casa sua.
E’ stata firmata ieri dal sostituto procuratore Valentina D’Agostino la richiesta di giudizio immediato per Angelo Ciarelli, 39 anni, il nomade arrestato a luglio dalla squadra mobile per l‘omicidio di Tommaso Cagnetta, il pregiudicato di 42 anni morto a seguito in una sparatoria nel cortile del cosiddetto ‘ferro di cavallo’ di via Tavo per questioni di droga. Il gip Maria Carla Sacco dovrà decidere se ammettere la richiesta. A carico di Ciarelli sarebbero emersi una serie di elementi, sia subito dopo il fatto che successivamente. Ad incastrarlo non solo le testimonianze contro di lui ma anche le impronte trovate su un’auto, i 13 proiettili trovati dalla polizia in un tombino vicino la sua abitazione, e degli elementi scientifici emersi piu’ di recente. Il medico legale e il perito balistico hanno stabilito che il proiettile che ha raggiunto Cagnetta non e’ stato di rimbalzo ma diretto. Inoltre l’ogiva recuperata era compatibile con i proiettili nascosti nel tombino. E poi l’esito dello stub eseguito dalla Scientifica sui vestiti di Ciarelli e’ stato parzialmente positivo. Al nomade sono stati contestati i reati di omicidio volontario e porto abusivo di arma.