Pescara. Nonostante le rassicurazioni del senatore Pastore, la marineria mantiene le proprie preoccupazioni sulla crisi del governo Monti e sulla conseguente, possibile deriva del decreto sviluppo: a rischio, infatti, l’emendamento che assegna 9 milioni per il dragaggio e 3 per indennizzare armatori e pescatori danneggiati dall’insabbiamento del porto.
Non più tardi di venerdì pomeriggio, è stato il senatore Andrea Pastore a tranquillizzare, di fronte al rappresentante dell’associazione Armatori Pescara Mimmo Grosso, la marineria preoccupata dall’astensione del gruppo parlamentare Pdl alla votazione del Decreto Sviluppo. Quell’episodio aveva messo a rischio l’impegno bipartisan dei senatori abruzzesi ad inserire nella testo del decreto un emendamento a risoluzione dell’emergenza portuale pescarese: 9 milioni stanziati per dragare 200mila metri cubi, 3 milioni per risarcire gli armatori e i dipendenti delle circa 50 imbarcazioni impossibilitate a pescare da oltre 300 giorni. “Il decreto diventerà legge e i soldi arriveranno a Pescara”, aveva rincuorato tutto Pastore. Ma quell’astensione, poi rientrata con un escamotage ‘politichese’, ha portato anche il premier tecnico Monti ad annunciare le sue prossime dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità, la stessa che per Pastore potrebbe portare ristori anche alle altre categorie di lavoratori portuali danneggiati dal mancato dragaggio.
Così come si è ripercosso sulle borse europee, l’annuncio di Monti ha agitato anche le acque tra le banchine del molo di Pescara. I fondi promessi alla categoria rischiano di rimanere bloccati: il decreto, infatti, per il momento è passato solo al Senato e non è ancora approdato alla Camera dei deputati. Per oggi, poi, il Provveditorato alle opere pubbliche, che ha promosso il bando di dragaggio, avrebbe dovuto consegnare i lavori alla ditta vincitrice, la Sidra, come annunciato dal governatore regionale Chiodi dalla sedia accanto a Pastore . “In questi giorni sentiamo parlare della legge di stabilità”, spiega Mimmo Grosso dal presidio permanente che la marineria tiene da oltre 2 settimane sul molo nord, “ma non sappiamo niente del decreto sviluppo e del suo passaggio alla Camera per cui, con la grave crisi politica che si è aperta, rischiamo di rimanere fuori dai giochi”. “E così”, conclude con lapidaria sconsolatezza, “se ne va all’aria tutto il lavoro portato avanti fino ad oggi”.
L’ennesima rassicurazione, che poco riscalda i cuori dei marittimi, arriva dall’onorevole Pd Vittoria D’Incecco: Il decreto sviluppo sarà alla Camera dei deputati mercoledì”, annuncia la parlamentare pescarese, “e sono convinta del buon esito della vicenda”, aggiunge, “pertanto mi sento di rassicurare la marineria pescarese”. “Quasi sicuramente”, prosegue l’onorevole D’Incecco, “il maxi emendamento sarà approvato dalla Camera senza modifiche. Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, le cose non dovessero andare per il verso giusto il contenuto del provvedimento sarà inserito nella legge di stabilità”, rimarca, “in modo da assicurare i fondi per finanziare il dragaggio e gli indennizzi e consentire, finalmente, la ripresa delle attività del porto di Pescara”.
MASCIA SCRIVE A MONTI. A rimarcare la preoccupazione della categoria, questa mattina una delegazione della marineria è andata in comune per consegnare una lettera al sindaco Albore Mascia. E il primo cittadino, ricevendo le rimostranze dei pescatori, ha deciso di rivolgersi direttamente ai protagonisti della situazione critica: “Già domani”, annuncia Mascia, “invierò una nota ufficiale al Presidente Monti, ai ministri Passera e Clini, al Presidente della Camera Fini e a tutti i nostri parlamentari per tornare a sottolineare loro il caso del porto di Pescara, ricordando loro quanto sia importante che quel Decreto diventi legge prima dello scioglimento delle Camere, per non far ripiombare Pescara nella cupa disperazione, dopo un anno di attese e tribolazioni che hanno esasperato la marineria, ma anche le istituzioni locali”. “Ora”, concldue Mascia, “c’è bisogno di saper, ancora una volta, superare le esigenze della politica per occuparsi dei problemi concreti e pratici del territorio”.