I due esponenti delle forze dell’ordine hanno ricostruito le varie fasi delle indagini, mentre i cittadini ascoltati – tutti testimoni iscritti nella lista dell’accusa – hanno raccontato di avere ricevuto le comunicazioni di messa in mora da parte della Sican Srl, società di riscossione tributi e recupero crediti, e di avere conseguentemente provveduto ad effettuare i pagamenti tramite bollettino.
Sono proprio due ex amministratori della Sican Srl, società con sede a Scafa, ovvero Enio Carlo Di Fiore e Francesco Cipolletta, insieme all’ex sindaco di Turrivalignani Roberto Di Cecco, ad essere finiti sotto accusa per peculato in concorso. I fatti si riferiscono a un periodo compreso tra il 2008 e il 2014, nel corso del quale, secondo il pm Mirvana Di Serio, sarebbero stati distratti tributi che, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati usati per “scopi personali”.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, ha preso il via da alcuni accertamenti sulle tasse versate per un anno e mezzo da un bar di Popoli, ma mai arrivate nelle casse del Comune, e si è poi estesa ai Comuni di Turrivalignani e Lettomanoppello.
Per questa vicenda Di Fiore, nel 2015, finì agli arresti domiciliari con l’accusa di aver “trattenuto” illecitamente e speso il denaro riscosso per l’acquisto di beni di lusso, viaggi all’estero e soggiorni in villaggi turistici. Una versione smentita dall’imputato, il quale, nel respingere tutte le accuse, ha sempre sostenuto di condurre una vita modesta.
Nello specifico, l’ex sindaco Di Cecco avrebbe “omesso intenzionalmente di evidenziare formalmente e porre all’attenzione dell’ente comunale il mancato riversamento trimestrale delle somme incassate dalla Sican”, nonché, “omettendo intenzionalmente di sollecitare alla stessa Sican il riversamento trimestrale dovuto”, avrebbe consentito che “la società, nelle persone degli amministratori Di Fiore e Cipolletta, si appropriasse definitivamente” della somma pari a 75 mila euro “incassata in esecuzione della convenzione sottoscritta con il Comune di Turrivalignani”.
Di Fiore, difeso dall’avvocato Andrea Lacioppa, e Cipolletta, sempre secondo il pm, si sarebbero appropriati “della predetta somma, trattenendola sui conti correnti intestati alla società Sican” e avrebbero “omesso di riversarla a favore del Comune di Turrivalignani, effettivo creditore degli importi incassati”.
I due ex amministratori della Sican sono, inoltre, accusati di essersi appropriati anche dei tributi destinati ai Comuni di Popoli e Lettomanoppello per una cifra complessiva che si aggira attorno ai 54 mila euro.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 29 aprile, quando saranno ascoltati altri testimoni dell’accusa.