Fermo biologico, Febbo: ‘Se si anticipa, non solo per Pescara’. I contadini in soccorso dei pescatori in crisi

campagna_amicaPescara. Anticipare il fermo biologico per coprire l’inattività dovuta al dragaggio non è cosa facile. L’assessore Febbo gela le speranze della marineria: “Decide l’Europa, ma il fermo è per tutti”. E in soccorso di armatori e pescatori arrivano i regali dei coltivatori.

Una settimana di presidio sulla banchina del molo nord, proprio di fronte ai locali dove i coltivatori diretti tengono il mercato di Campagna Amica. E i contadini, che da sette giorni vedono consumare sotto i propri occhi la tribolazione della marineria, oggi sono corsi in aiuto di chi da mesi e mesi è impedito a lavorare  dall’insabbiatura del porto e dal’empasse politico-amministrativa che non è ancora riuscita a dragare il canale e la darsena commerciale. Troppe volte hanno sentito i lupi di mare dire “Non sappiamo cosa portare in tavola ogni giorno”, per questo i  produttori di Campagna Amica-Coldiretti hanno consegnato oggi portato in dono ai marittimi in presidio nel gazebo di rimpetto un carrello contenente prodotti del territorio: pane, vino, olio e formaggio. “Un gesto di solidarietà nei confronti degli amici della marineria”, commenta David Falcinelli, coordinatore regionale di Campagna Amica.

Un regalo che aiuta i marinai a ingoiare meglio il boccone amaro, servito oggi dall’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo. Il piatto in tavola è quello del fermo biologico: quello straordinario attualmente in vigore scadrà il 3 dicembre. Mentre recentemente Febbo ha chiesto al ministro alle Politiche agricole, ambientali e forestali Mario Catania di poter anticipare il fermo che usualmente si attua nel periodo estivo per permettere il ripopolamento naturale delle vongole a gennaio e febbraio: mesi in cui la Sidra, ditta vincitrice del nuovo appalto, dragherà 200mila metri cubi dal porto. Draga a lavoro, barche ferme, ma imprese di pesca ristorate. “Ho consegnato la richiesta nelle mani di Catania”, dice Febbo, “alla presenza del governatore Chiodi, ma dobbiamo capire se ci sarà concessa l’opportunità visto che non decide né Febbo né Chiodi né Catania”. Decide, infatti, la direzione generale Pesca dell’Unione Europea, “unica autorità titolata ad autorizzare l’anticipazione del fermo””, fredda tutti l’assessore, che a tal riguardo e il 5 dicembre sarà a Bruxelles. “Il fermo si basa su basi tecniche e relazioni scientifiche e non può essere concesso esclusivamente per le problematiche del dragaggio, che Bruxelles considera ordinaria manutenzione”, approfondisce l’assessore, “ma deve ricomprendere tutto la marineria regionale”.

Questo un altro boccone indigesto all’associazione Armatori Pescara: il portavoce Mimmo Grosso, ieri nel corso dell’ennesima protesta in piazza Italia, ha spiegato come i pescatori pescaresi vorrebbero un fermo esclusivo, non allargato agli altri porti regionali: “Non siamo in grado di quantificare con certezza i tempi del dragaggio”, rimarca l’armatore, mentre la ditta vincitrice si è impegnata a concludere i lavori in 85 giorni, “se a febbraio il fermo termina”, prosegue Grosso, “dagli altri porti tornano in mare e le barche di Pescara rimangono nel porto. Siamo stufi di farci fregare”. Il piano studiato dai marittimi, invece, prevede di lasciare i pescaresi in acqua nel periodo di stop per tutti gli altri adriatici: “Quello sarà comunque un periodo di pesca magra, ma i prezzi si alzeranno e lavorando solo noi ci si darebbe l’opportunità di ammortizzare i danni subiti dal 5 luglio scorso”, da quando il porto di Pescara è stato chiuso per sicurezza. Ma Febbo si difende con i dati scientifici: “La proposta di fermo”, sottolinea, “si è potuta inoltrare visto lo stato in cui versa l’intera marineria abruzzese, afflitta non tanto dall’insabbiamento del porto di Pescara, ma dai risultati dello studio scientifico relativo alla moria di vongole nel compartimento sud. Sulla base di questo, la Capitaneria ha vietato la pesca fino al 15 marzo, oltre ad altre problematiche come l’anisakis”. “Queste problematiche, infatti, hanno fortemente limitato l’operatività e ridotto la capacità di reddito al punto che molte imprese di pesca sono ad un passo dal fallimento”, dice ancora l’assessore. “L’anticipazione del fermo biologico ai mesi di gennaio e febbraio quindi”, conclude Mauro Febbo, “potrebbe rappresentare una preziosa e fondamentale opportunità per affrontare meglio la situazione contingente, perché gli interventi di dragaggio del porto di Pescara, che dovrebbero iniziare a dicembre e realizzare un corridoio navigabile all’interno del porto canale, potrebbero mettere quelle unità da pesca in condizioni di uscire nuovamente in mare alla fine del fermo”.

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