Nuova protesta di armatori e pescatori che questa mattina hanno bloccato il traffico in piazza Italia, sotto la sede di Provincia e Prefettura, attraversando in continuazione la strada per alcuni minuti. Al centro della manifestazione c’è sempre il mancato dragaggio del porto, anche se il ministero delle Infrastrutture ha promosso, tramite il provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, un bando per rimuovere duecentomila metri cubi, per un importo di circa 14 milioni di euro. Le buste saranno aperte tra due giorni, ma chi freme per poter tornare a lavorare teme che i lavori non cominceranno prima della seconda metà di gennaio. Pescatori e armatori chiedono di ricevere degli indennizzi per tutto il periodo in cui rimarranno senza lavorare: bloccati dal mese di febbraio, a causa del porto impraticabile e chiuso dalla capitaneria, i pescatori sono sottoposti a fermo fino al 3 dicembre. Non tutti, peraltro, godono della copertura economica, comunque garantita solo fino ad allora.
Per queste ragioni, venerdì scorso hanno allestito un presidio permanente sulla banchina del molo nord, dopo due rinvii ricevuti dalla Regione, che aveva promesso loro un incontro per stabilire la possibilità di erogare gli indennizzi per i mesi di dicembre e gennaio. Da tre giorni, nel gazebo circondato da striscioni e cartelloni che riportano le loro ragioni – “In tre anni non siete riusciti a dragare il motore della città”, recita uno di questi – tra grigliate e dibattiti con i passanti interessati, i marittimi manifestano pacificamente e silenziosamente le proprie rimostranze. Avevano promesso, però, che se le istituzioni non li avessero ascoltati avrebbero bloccato la città. Promessa mantenuta questa mattina. Solo una piccola avvisaglia? Dal presidio, che rimane in piedi fino a quando non saranno date risposte istituzionali, è stato fatto sapere che sono al vaglio altre manifestazioni di protesta.
FEBBO: PROTESTE IMPRODUTTIVE. Chiamato in causa dai manifestanti, l’assessore regionale alla Pesca Mauro Febbo ha ribattuto sulla situazione degli operatori del porto di Pescara rigettando le accuse di immobilismo rivolte alla Regione: “Per la Marineria di Pescara siamo intervenuti in maniera cospicua e soprattutto costante”, ha detto nei giorni scorsi, “a questo proposito voglio sottolineare come alcune aziende, grazie anche agli interventi regionali, abbiano ricevuto in questi mesi di Fermo, indennità che compensino abbondantemente la loro capacità reddituale”. Giustifica la mancata convocazione degli incontri fissati con problemi di natura tecnica, “Ma stiamo lavorando a tutti i livelli”, rassicura l’assessore, “lo stesso presidente Gianni Chiodi si è interessato personalmente e a più riprese e nei giorni scorsi ha inviato una lettera al Presidente Monti e ai ministri Grilli e Fornero per chiedere una moratoria dei debiti previdenziali, fiscali e bancari per le imprese della Marineria. A questa richiesta, che segue il sollecito inviato dal Presidente della Provincia Testa al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricala’, attendiamo una risposta e soprattutto dobbiamo capire se ci sarà concessa l’opportunità di anticipare il fermo nazionale”, aggiunge Febbo, che nei prossimi giorni ha in programma due importanti appuntamenti che lo porteranno prima a Roma e poi a Bruxelles per lavorare al problema dei marittimi pescaresi. Bacchetta, quindi, armatori e pescatori scesi in strada: “L’atteggiamento assunto da certi rappresentanti della Marineria”, conclude Febbo, “non aiuta a trovare soluzioni e soprattutto ostacola un dialogo costruttivo che è inficiato anche dalle continue minacce di azioni eclatanti. Voglio invitare tutti a riflettere sulle difficili situazioni che vivono tante altre categorie, comprese i pescatori del comparto sud. Se anche queste decidessero di rappresentare le proprie istanze con azioni clamorose ci troveremmo di fronte ad una situazione insostenibile per tutti”.
Tra i presidi e la protesta, la marineria non è stata con le mani in mano. I tre giorni di picchetto sulla banchina sono serviti a raccogliere mille firme di cittadini solidali con la causa dei lavoratori portuali. A riferirlo è Mimmo Grosso, presidente dell’associazione Armatori Pescara, che annuncia il prosieguo dell’azione intrapresa sul lungofiume Paolucci: “in attesa”, dice, “di parlare nuovamente delle nostre problematiche con i rappresentanti delle istituzioni”. Sale, intanto, l’attesa da parte degli amatori e dei pescatori per l’apertura delle buste relative alla gara di appalto per il dragaggio del porto di Pescara. Le buste saranno aperte mercoledì, 28 novembre, stando alle informazioni ricevute dal presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi nel corso dell’ultimo incontro, “Ci auguriamo”, dice Mimmo Grosso, “che si proceda presto all’assegnazione ad un’impresa che abbia tutti i requisiti e nello stesso tempo sia volenterosa. Per noi”, dice sempre Grosso, “è indispensabile che si proceda nel più breve tempo possibile e nello stesso tempo chiediamo alle istituzioni di continuare a supportarci perché il 3 dicembre finirà il fermo pesca e noi non potremo tornare a lavorare perché il dragaggio non sarà ancora cominciato”. “Il mese di dicembre”, spiega il rappresentante portuale, “è quello più ricco, dal punto di vista della pesca, ma quest’anno staremo a casa con le braccia incrociate, non per colpa nostra. E’ assolutamente indispensabile, quindi, per le nostre famiglie, ricevere aiuti e sostentamenti per arrivare al mese di febbraio, quando presumibilmente torneremo in mare”. Non risparmiala precisazione su quanto criticato da Febbo: “. Non ce l’abbiamo affatto con la Regione, anzi riteniamo che abbia svolto un’azione eccellente, e vogliamo chiarirlo pubblicamente, ma abbiamo bisogno di altre risposte concrete, senza creare frizioni e polemiche con gli amministratori comunali, provinciali e regionali”, conclude Grosso.
Anche se non è sceso in piazza questa mattina, il sindaco Albore Mascia si dichiara ancora una volta solidale con la marineria che stamani ha protestato davanti al municipio: “La nuova protesta odierna e la minaccia di ulteriori iniziative eclatanti, che potrebbero scattare già dalla giornata di domani, devono risuonare come un preoccupante campanello d’allarme non solo per le Istituzioni locali, ormai da mesi in stato di costante emergenza”, dice il primo cittadino, “ma soprattutto per il Governo a Roma, il quale è chiamato a un’assunzione di responsabilità e a prendere atto di quanto ormai la misura sia colma per una categoria di lavoratori allo stremo, che oggi si considera ‘sequestrata’ nel proprio porto ed è molto difficile darle torto”. I marittimi, quindi, potrebbero attuare nuove manifestazioni anche domani: “Ancora una volta saremo vicini alla marineria, alla quale esprimiamo solidarietà istituzionale e comprensione umana, e cercheremo in ogni modo di consentire la loro protesta, contenendo per quanto possibile gli inevitabili disagi della cittadinanza”, conferma Mascia, “ma ritengo che le uniche risposte necessarie per superare l’impasse del momento possano giungere da Roma, ovvero risposte chiare inerenti la reale data di inizio del dragaggio e la possibilità di accedere, in tempi ristretti, a eventuali fondi ministeriali per coprire i due mesi di fermo che ancora la marineria sarà costretta a fronteggiare”, conclude.