Tre settimane di occupazione del parco dell’infanzia, alternate dalle incursioni nei sotterranei chiusi della biblioteca provinciale, dove vuole ripristinare il servizio di prestito dei volumi. Andrea D’Emilio, 28enne pescarese animato dallo spiccato senso civico, è intenzionato fermamente a voler riaprire al pubblico l’area verde di via Tavo, chiusa da mesi a causa delle pesanti incursioni vandaliche che hanno distrutto e divelto numerose strutture, e con il tempo sepolto dall’incuria, dall’erbacce e dalle siringhe dei tossicodipendenti che hanno dilagato nell’abbandono.
D’Emilio, circa 20 giorni fa, aveva preso a ripulire il parco insieme ad alcuni amici, dopo aver praticato un varco nella recinzione. Armato di spirito di sacrificio e tagliaerba, si era messo al lavoro con l’intenzione di restituire l’area ai cittadini, affermando che l’appalto assegnato dal comune ad una ditta attrezzata per la bonifica è soltanto un inutile sperpero di soldi pubblici. Parco della rivoluzione, l’ha definito tra le tante incursioni diurne e notturne nel parco, dove si è stabilito quasi in pianta stabile. Nobili gli intenti, ma dal municipio non si è potuto tollerare che un comune cittadino violasse un’area inibita al pubblico, danneggiasse recinzioni e mettesse a repentaglio la propria incolumità vagando senza protezione e autorizzazione in un cantiere ricoperto di rifiuti e siringhe.
Già due volte erano intervenuti i vigili urbani, che avevano minacciato la denuncia al ragazzo, e l’assessore ai Parchi Renzetti, dopo un incontro con l’ardito, era riuscito a convincerlo a lasciar intervenire gli addetti ai lavori, peraltro già appaltati a dei bonificatori esperti nel settore. Per D’Emilio, però, quei lavori continuano ad essere soldi sprecati: lui ha già ripulito il casotto devastato dai vandali, che hanno perfino portato via lavandini e water, e pulito il giardino con le giostre. Ma la ristrutturazione prevede anche il rifacimento dei sottoservizi, la rete fognaria, gli impianti di illuminazione, oltre alla più completa bonifica.
Ragion per cui gli operai, stamattina, sono tornati all’alba per lavorare alla struttura di via Tavo, ma alle 10:00 Andrea ha rotto la tregua ed è tornato alla carica. Le armi di giornata sono state catene e lucchetti, con le quali ha chiuso i cancelli del parco, lasciando intrappolati all’interno gli uomini e i mezzi della Pegaso. Subito il titolare della ditta ha allertato il comune e le Forze dell’Ordine: sul posto sono state dirottate tre pattuglie della polizia municipale e gli uomini della Questura che, dopo una lunga trattativa, hanno convinto D’Emilio almeno a far uscire gli uomini e i mezzi dell’impresa. Quindi il giovane è stato nuovamente identificato e denunciato per la terza volta per tutte le violazioni commesse nella giornata odierna. “Ma è evidente che la problematica, a questo punto, andrà risolta, con l’intervento definitivo delle forze dell’ordine e dei nostri servizi sociali”, afferma l’assessore Renzetti. Per D’Emilio, inoltre, i guai potrebbero aumentare se la Pegaso mantenesse la promessa lanciata dopo l’episodio: la volontà di procedere con la rescissione del contratto in danno contro il Comune. “Ciò si tradurrebbe”, conclude Renzetti, “in un salasso per l’amministrazione comunale, ossia per i cittadini, che, oltre al danno pure la beffa, resterebbero comunque con un parco inagibile e chiuso al pubblico”.