Pescara. Tre mesi di chiusura per la discoteca dove sabato notte è morto Enzo Perrucci, 33enne stroncato dall’assunzione di sostanze ancora non identificate. In tanti a consumare droga nello Zubar: da qui la sospensione dell’attività applicata dai carabinieri.
I carabinieri della compagnia di Pescara, hanno dato esecuzione al provvedimento di sospensione per 90 giorni dell’attività del circolo ‘Zubar, il club di via Salara Vecchia dove all’alba di domenica mattina Enzo Perrucci è stato colto dal malore che, più tardi, lo ha portato alla morte in ospedale. Il decesso del 33enne di Ripa Teatina, che sabato aveva trascorso la notte a ballare nella discoteca pescarese, ha gettato sul locale il dubbio della droga. L’autopsia svolta lunedì sulla salma ha infatti stabilito che la morte è stata conseguenza dell’assunzione di sostanze esogene: sarà l’esame tossicologico richiesto dal medico legale Cristian D’Ovidio a stabilire quali, ma è certo che nel corpo del giovane è stato rinvenuto qualcosa di non naturale.
Da qui all’ipotesi della droga il passo dei carabinieri è stato breve: così l’indagine in mano al Pm Mantini ha portato i militari ad accertare come allo Zubar sia abitudine tra i giovani frequentatori consumare stupefacente. Una scoperta che ha portato la firma del questore Paolo Passamonti sull’ordinanza ex articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza: tre mesi di sospensione dell’attività.
Una riapertura di stagione decisamente poco fortunata per il club, che aveva chiuso i battenti a marzo dopo l’incendio scatenato da un corto circuito. Domenica mattina la tragedia: Perrucci si è sentito male sulla pista della discoteca ed era stato portato all’esterno da chi aveva trascorso con lui la serata. Immediatamente i presenti si erano accorti della gravità della situazione, e in suo soccorso era intervenuto anche un infermiere presente tra i clienti. Quindi l’intervento dell’ambulanza e la corsa al pronto soccorso, dove il 33enne è arrivato in arresto cardiaco e morto alle 7:15 nonostante i tentativi dei sanitari.