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Commissioni nascoste sugli Swap: il comune di Pescara risarcito di 920mila euro dalla Bnl

Pescara. Il comune recupera quasi 1 milione di euro dalla Bnl. La banca nazionale del lavoro è stata condannata a risarcire il municipio per i costi di commissione sui contratti Swap aperti nel 2003.

La Bnl è stata condannata a risarcire al comune di Pescara la somma di 920mila euro, di cui 750mila euro quali commissioni non comunicate all’ente pubblico nella chiusura dei contratti degli Swap, oltre agli interessi legali. E’ quanto ha sancito il tribunale pescarese nella storica sentenza emessa ieri, la seconda in Italia dopo Penne,  destinata a fare giurisprudenza anche per  le migliaia di contenziosi analoghi ancora aperti nnel resto del Paese.

La vicenda ha origine nei primi del 2000, periodo di clima favorevole nelle trattazioni finanziarie, quando il governo italiano, nell’ambito dei tagli dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali, ha sollecitato le amministrazioni a procedere con la rinegoziazione dei mutui contratti con la cassa depositi e prestiti. Due le strade del mercato che i comuni potevano prendere in tal senso: chiudere i mutui vecchi a tassi più elevati e aprirne di nuovi a tassi più bassi, oppure stipulare dei contratti Swap, che prevedevano la rimodulazione degli interessi lasciando invariati i mutui, evitando il del pagamento delle penali legate alla rinegoziazione dei mutui. Il fine in realtà era buono, ma in periodi di finanza spinta le banche non si sono rivelate completamente fedeli e hanno spinto per la conclusione di contratti derivati che contenevano costi elevati di commissione che non erano neanche stati comunicati all’ente e non hanno riportato risparmi, ma perdite gravi come quella potenziale raggiunta nel 2008, anno in cui i contratti in essere valevano meno 6milioni di euro. A quel punto l’amministrazione comunale di Pescara fece sterilizzare i conti e bloccare le perdite, procedendo con la richiesta di indennizzo alle banche.

In fase di giudizio, quindi, si registrò un primo approccio di collaborazione da parte degli stessi istituti di credito, ossia Unicredit e Bnl, con i quali il Comune aveva stipulato 11 contratti di Swap in tutto. Con Bnl era però rimasto aperto il discorso delle commissioni implicite di due contratti iniziali e non dichiarate nei contratti stessi. E a quel punto è stata utile agli uffici legali del comune la trasmissione Report di Rai 3, che ha tirato giù il velo sull’intera vicenda facendo venire fuori i costi occulti degli Swap, di cui non c’era traccia scritta. Alcuni enti si sono spesso rifugiati in atti transattivi, Pescara ha deciso di andare sino in fondo per avere ragione, aprendo un nuovo capitolo giurisprudenziale che ha portato all’ammissione da parte di Bnl dei costi di commissione così dimostrati.

A incentivare gli enti a contrarre gli Swap era proprio l’idea di poter abbassare i tassi d’intesse pagati sui mutui: ad esempio il comune adriatico ha rimodulato mutui per 80milioni di euro su cui prima pagava anche il tasso dell’8 per cento, potendo ridurre con gli Swap la quota al 4-5 per cento su mutui ventennali. La sentenza di ieri, dopo quattro anni dall’apertura del contenzioso, ha certificato che nell’operazione Swap c’erano costi nascosti, commissioni implicite non dichiarate nei contratti, secondo i quali le commissioni erano zero, mentre si è scoperto che queste ammontavano addirittura a 750mila euro già in apertura.

Sentenza, però, soltanto al primo grado di giudizio, contro la quale la Bnl molto probabilmente presenterà appello. Ragione per la quale l’assessore alle Finanze Seccia considera prudente non impegnare la somma ottenuta con il risarcimento.