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Pescara, filovia: stop ai lavori. Ipotesi sanatoria Via, Wwf pronto al ricorso

Pescara. Fermare i lavori e ripartire da capo: il comitato Via della Regione ha deciso per lo stop alla filovia sulla strada parco, accogliendo il ricorso del Wwf che ha portato all’intervento della Procura e dell’Unione europea. Probabile il ricorso alla sanatoria, ma per gli ambientalisti non sarebbe percorribile.

Anche senza la presidenza di Antonio Sorgi , indagato dalla Procura proprio perché non ha posto i lavori al necessario parere, il comitato regionale per la valutazione di impatto ambientale ha decretato lo stop alla filovia. La ragione, quindi, passa ufficialmente dalla parte delle associazioni ambientaliste e dei comitati cittadini che per anni hanno ritenuto quella del Filò un’invasione troppo pesante sulla lunga arteria pedonale tra Pescara e Montesilvano.

Un parere avrebbe dovuto darlo, prima che la strada venisse sventrata e un centinaio scarso di pali installati su di essa, proprio il comitato deputato a stabilire l’impatto ambientale dell’opera sullo spazio che la ospita. Ma Sorgi, da presidente della commissione valutativa, aveva sostenuto persino su richiesta della Commissione europea che lo screening sulla Via era già stato effettuato e che la valutazione non era necessaria per questo tipo di trasporto. Di questo, però, dovrà rispondere al Pm Valentina D’Agostino, che dopo gli esposti del Wwf lo ha messo nel registro degli indagati, ritenendo che “agendo in concorso con il presidente della Gtm, Michele Russo, e Pierdomenico Fabiani, responsabile unico del procedimento, pur essendo consapevole che l’opera in corso, in quanto sistema di trasporto a guida vincolata, necessitava di essere sottoposta a procedura di screening ai fini della valutazione ambientale, Sorgi consentiva l’esecuzione e la prosecuzione delle opere in assenza di procedura di screening, e attraverso tale condotta intenzionalmente procurava un ingiusto vantaggio patrimoniale alle società aggiudicatrici dell’appalto, le quali potevano iniziare ad eseguire le opere senza che il progetto preliminare fosse sottoposto alle necessarie fasi di verifica”.

Le redini del comitato Via sono state prese dalla dottoressa Pisano che, in accordo con i rappresentanti della Provincia, della Forestale e del dirigente responsabile del settore Ambiente Franco Gerardini, non ha potuto far altro che tenere la stessa linea della Procura e dell’Europa. Tant’è, il progetto è divenuto carta straccia, i lavori devono fermarsi e tutto potrebbe ripartire solo dopo l’indispensabile pronunciamento del parere sulla Via.

Che fine farà tutto quanto fatto finora? E i soldi spesi? E quanto ci rivorrà per ripartire e portare a termine la filovia? Domande che potrebbero tornare utili alla Gtm, alla quale sono stati concessi 30 giorni di sospensione dei lavori per poter avanzare un’ipotesi, per richiedere una sanatoria al comitato, ovvero una valutazione di impatto ambientale sul progetto già avviato. Un ‘idea che il Wwf spegne sul nascere ed è pronta a combattere con un ricorso al Tar. Secondo gli ambientalisti, la legislazione non permette di tenere in piedi un progetto privo delle necessarie autorizzazioni ambientali ‘sanandolo’ con un parere positivo giunto in corso d’opera. Il Tar della Lombardia ha già bocciato il comune di Brescia per un episodio del genere, mentre le giustizia europea prevede che la ‘sanatoria’ potrebbe arrivare in seconda battuta solo se i lavori ‘non autorizzati’ non hanno già alterato gli spazi. La strada parco, invece, è stata già completamente stravolta.

Si potrebbe, dunque, parlare di sentenza storica, ma l’impressione che il definitivo punto non sia stato ancora messi porta il movimento no-filovia a gioire solo provvisoriamente.