Pescara. Rifinanziare la zona franca urbana con i fondi comunitari che la Regione non ha speso, prima che questi tornino nelle casse comunitarie. L’ipotesi, avanzata oggi dall’assessore comunale Antonelli, dovrà essere concretizzata entro il 4 dicembre. Poi la mannaia del decreto sviluppo.
Il Comune di Pescara punta a rifinanziare la Zona Franca Urbana attraverso i fondi comunitari non ancora spesi dalla Regione Abruzzo e destinati a tornare indietro. E’ l’ipotesi formulata nel corso di un vertice convocato a Palazzo di città dall’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli con tutte le associazioni di categoria e i rappresentanti delle forze produttive e sindacali del territorio, tra i quali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Confindustria, Confesercenti e Confcommercio, Casartigiani, Cna e Confartigianato. Lo strumento che prevede un fondo di 50 milioni, previsto dalle Finanziarie del governo Berlusconi, per progetti d’investimento in imprese nei uartieri e nelle aree urbane caratterizzati da un forte disagio del proprio tessuto, ma comunque dotati di potenzialità inespresse, rischia di svanire di fronte al Decreto Sviluppo approvato dal governo Monti. Questo ha prima eliminato e poi reinserito la Zfu, ma ha depennato le aree che ricomprendevano Pescara e punta a rifinanziare invece i progetti delle regioni che prima rientravano nel cosiddetto ‘Obiettivo 1’, quelle a depressione occupazionale di Calabria, Campania e Sicilia.
Per rifinanziare Pescara, però, ci sarebbe la scialuppa di salvataggio dei fondi europei destinati alla Regione Abruzzo, fin qui non inquadrati adeguatamente in capitoli di spesa, quindi destinati a ritornare a Bruxelles. Quindi la proposta dell’assessore Antonelli: investirli nella zona franca urbana. “Ovviamente i tempi sono stretti”, spiega l’assessore, “entro il prossimo 4 dicembre il relativo Decreto legge verrà convertito e prima di quella data dovremo riuscire a far reinserire anche Pescara tra i programmi rifinanziati. Per tale ragione, muovendoci in totale sinergia con i rappresentanti del mondo sindacale ed economico, ora il prossimo passo sarà la richiesta di un incontro con i vertici della stessa Regione, il Presidente Chiodi e l’assessore alle Attività produttive Castiglione, quindi coinvolgeremo i Parlamentari abruzzesi affinché in sede di conversione in legge del Decreto il prossimo 4 dicembre sostengano il reinserimento di Pescara tra i progetti rifinanziabili, ma Pescara sarà di fatto a costo zero per l’Italia potendo ricorrere all’utilizzo di risorse comunitarie destinate alla nostra regione, ma non spese”.
La Zfu di Pescara. A bloccare lo sviluppo dell’impresa su alcune zone della città ci si è messo anche il piano di rischio aeroportuale, che sulle aree al di sotto delle rotte degli aerei da e per lo scalo cittadino ha impedito il sorgere di nuove attività. La zona franca urbana, quindi, potrebbe controbilanciare tale depressione.
L’area cittadina caratterizzata da fenomeni di abbandono comprende 135 strade della città e partendo dall’ex Circoscrizione Villa del Fuoco, con via Nora, via Raiale, via Breviglieri, via Tavo, via Stradonetto, attraversa via Tiburtina e via Tirino per finire nel quartiere San Donato-Fontanelle Pescara. Questa era stata ammessa con altre 22 città italiane nel disegno Zfu. Il 28 ottobre 2009, dopo che la Commissione Europea ha approvato il regime di aiuto sotto forma di esenzione totale di imposta per i primi cinque esercizi dei redditi derivanti dalle nuove attività avviate nelle Zfu, tutte le città beneficiarie hanno sottoscritto a Roma, con l’allora Ministro dello Sviluppo economico Scajola, il Contratto di Zona Franca Urbana, nel quale sono stati previsti specifici impegni tra le parti per assicurare l’avvio efficace delle Zfu e per il conseguimento degli obiettivi di crescita dell’occupazione, con l’obiettivo di accompagnare la nascita e lo sviluppo di una piccola impresa per i suoi primi quattordici anni di vita.