“Abbiamo chiesto spiegazioni – ha aggiunto Marco Foresta, che nella tragedia ha perso i genitori – sul funzionamento della macchina dei soccorsi e il prefetto ci ha detto quello che la prefettura ha fatto”. “Il prefetto – ha riferito Matrone – ha detto che ha fatto tutto il possibile, anzi anche di più di quello che poteva fare. Ha detto che i soccorsi sono partiti in tempo e che quando sono arrivati su hanno trovato un muro di neve. Ci ha chiesto: cosa potevamo fare di piu’? Ho risposto che potevano venirci a prendere quella mattina, dalle 11 in poi, senza aspettare la valanga”.
“Il prefetto – ha detto Mario Tinari – ci ha spiegato tecnicamente come funziona la catena dei soccorsi e che può intervenire dopo delle segnalazioni percé è la massima autorità del luogo”. “La strada – hanno aggiunto i familiari delle vittime – doveva e poteva essere chiusa se non poteva essere pulita e l’albergo andava evacuato con una ordinanza. Non vorremmo che alla fine la colpa sia stata di noi genitori che abbiamo mandato i nostri figli in albergo”.
Nicola Colangeli, padre di Marinella, una delle vittime, ha poi aggiunto: “La sera del 17 gennaio la strada era pulita a Rigopiano. Poi si sono fermati e invece dovevano continuare a pulire la strada anche la notte. Per nove km di strada da pulire hanno fatto morire 29 persone come topi”. “Il prefetto – ha riferito Gianluca Tanda, portavoce del Comitato – ci ha detto che nei giorni prima non bisognava far salire le persone in albergo. Inoltre, ha aggiunto che dal momento che hanno avuto la segnalazione si sono subito attivati”.