La digos irrompe nella facoltà di scienze manageriali a caccia dei verbali degli esami sostenuti dal professor Luigi Panzone. Sul docente di economia, già accusato di aver ‘venduto’ la laurea al sindaco di Pianella, Giorgio D’Ambrosio, è ora accusato di essersi ripetuto con il sindaco di Manfredonia e con un imprenditore pugliese.
Corruzione e falso: accuse alla mano, la procura pescarese torna a spulciare nei documenti della facoltà si scienze manageriali dell’università D’Anunnzio. L’indagine del 2010 sull’Ato pescarese e sul cosiddetto partito dell’acqua erano sconfinate nell’ateneo coinvolgendo il docente di economia Luigi Panzone, accusato di aver ‘venduto’ la laurea in scienze manageriali a Giorgio D’Ambrosio, sindaco di Pianella ed ex presidente dell’ente d’ambito. Da quel filone, il pm Valentina D’Agostino avrebbe preso ad indagare su un presunto giro illecito all’interno dell’università dove Panzone, in cambio di favori, avrebbe agevolato il superamento degli esami di economia ad Angelo Riccardi, sindaco di Manfredonia, e a Michele D’Alba, imprenditore dello stesso comune foggiano, titolare dell’impresa che si occupa delle pulizie in molti edifici pubblici pugliesi.
Se D’Ambrosio, tramite il titolare della cattedra di economia, è riuscito a ‘comprarsi’ la laurea in economica e management, secondo la procura ci potrebbero essere altri docenti disposti a scendere a compromessi per effettuare lo scambio favori-esami. Per accertare questo, stando alle prime informazioni trapelate, la digos avrebbe sequestrato alcuni documenti dai dipartimenti della D’Annunzio, puntando ad incrociare i verbali degli esami sostenuti da Panzone e superati da Riccardi e D’Alba con altri elementi d’indagine. Un’attività investigativa sulla quale, al momento, si conosce poco, ma non si esclude che si possa allargare ad altri protagonisti: da una parte e dall’altra delle cattedre. I reati ipotizzati per Panzone, Riccardi e D’Alba sono, come già detto, corruzione e falso. Il professore deve rispondere anche di abuso, mentre il sindaco di Manfredonia anche di peculato. D’Alba, che con la sua ditta Tre Fiammelle pulisce gli ospedali del Tarantino, risulta implicato anche nelle inchieste sulla sanità pugliese.