“Finalmente anche la provincia di Pescara avrà il suo ospedale di comunità, come previsto dal decreto ministeriale 70 del 2015 recepito dalla Regione Abruzzo, che per problemi strutturali non era ancora stato individuato“, ha detto Irene Rosini, presidente dell’Ipasvi Pescara, commentando l’apertura, a Città Sant’Angelo, di un ospedale di comunità nella struttura sanitaria di Largo Baiocchi.
“L’input è arrivato dal nostro collegio nel corso dell’incontro del 6 ottobre con l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci e il direttore generale della Asl Armando Mancini. Il nuovo presidio apre sia a una migliore gestione delle patologie croniche e sia alla possibilità di nuovi posti di lavoro per il personale infermieristico“.
La struttura, che sorge nei locali del vecchio ospedale San Giovanni Battista, è attualmente adibita a residenza sanitaria assistita. La possibilità di trasformare questi locali in un moderno ospedale di comunità è emersa durante l’incontro del 6 ottobre scorso all’Auditorium Petruzzi di Pescara.
“L’apertura dell’ospedale di comunità a Città Sant’Angelo – spiega infatti Irene Rosini – rappresenta uno strumento fondamentale in una regione come la nostra, caratterizzata dall’aumento dell’età media della popolazione, per assicurare la continuità delle cure a tutte quelle persone, spesso anziane e affette da patologie croniche, che necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. Questo nuovo modello organizzativo, già adottato nelle regioni virtuose, è ispirato a una visione dell’assistenza che va incontro alle fasce sociali più fragili. In Abruzzo è già stato sperimentato con successo in altre realtà, come Guardiagrele e Tagliacozzo. Adesso finalmente anche Pescara avrà il suo ospedale di comunità, che consentirà una gestione più efficiente delle cronicità, eliminando i ricoveri impropri e andando a snellire quei reparti dell’ospedale, come ad esempio Geriatria, caratterizzati da un cronico sovraffollamento“.
“Diamo atto alla giunta regionale – prosegue Rosini – di aver ascoltato le istanze degli infermieri, volte a rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e a garantire l’applicazione di percorsi assistenziali condivisi che puntano al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria erogata e all’integrazione tra tutte le figure professionali. L’apertura dell’ospedale di comunità consentirà di dare il giusto rilievo anche alla professione infermieristica, in quanto questa struttura sarà gestita proprio da noi infermieri, aprendo quindi alla possibilità di nuovi posti di lavoro. Dopo questo importante passo in avanti, infatti, c’è bisogno di adeguare le risorse umane al carico assistenziale. Ricordiamo che, a fronte di un rapporto ottimale di un infermiere in servizio per ogni sei pazienti, in Abruzzo la proporzione è di uno a undici utenti e che un minor carico di pazienti per singolo infermiere si traduce in un’importante riduzione di mortalità”.