La Corte ha respinto il suo ricorso presentato dai legali dell’uomo fermato dai carabinieri a Trieste lo scorso 5 maggio. Nel rivolgersi ai giudici, Chinnici ha spiegato che non aveva intenzione di truffare i religiosi e che aveva intenzione di restituire il denaro.
Affermazioni “generiche”, secondo la Cassazione, che non entrano nel merito degli indizi raccolti a suo carico. Secondo le indagini, coordinate dal pm Paolo Scafi, l’uomo si presentava come un sacerdote di Roma e chiedeva di anticipare 400/500 euro per un suo conoscente in difficoltà economiche.