Cepagatti. Robert Kumi aveva 30 anni e la sua è una storia come tante. Una storia di disperazione, di voglia di ricominciare. In un posto nuovo. Robert era arrivato dall’Africa lo scorso anno. Il classico barcone della speranza, sbarcato sulla riva di Lampedusa. Da lì si era spostato a Taranto, per poi risalire verso Bari, dove aveva chiesto il riconoscimento dell’asilo politico.
La notte scorsa, il suo corpo è stato trovato senza vita sotto il cavalcavia della statale 602, a Cepagatti, nei pressi dello snodo autostradale tra A14 e A25. Non è stato facile dare un nome a quel volto, dato che l’uomo non era mai stato identificato a Pescara. Inoltre, non aveva con sé alcun documento e nelle vicinanze c’era solo una borsa con dentro alcuni indumenti. Molto utili per il riconoscimento si sono, tuttavia, rivelate le impronte digitali.
A notarlo è stato un passante, intorno alle 5. Immediatamente sono giunti sul posto la polizia stradale ed il personale del 118, che non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Agli agenti della questura di Pescara tocca ora stabilire se la morte è avvenuta a seguito di un incidente o per cause violente. In base ad una prima ispezione esterna eseguita dal medico legale, sul corpo dell’uomo non ci sarebbero segni di violenza ma se ne saprà qualcosa di più dall’autopsia che potrebbe essere disposta dal magistrato.
Sulla ringhiera del cavalcavia è stata trovata un’impronta simile a quella delle scarpe che l’uomo indossava al momento della morte.