Pescara. “Per impedire la riapertura del cementificio di Pescara non bastano le conferenze stampa e le manifestazioni di solidarietà, ma servono atti amministrativi pubblici e concreti e sino a oggi le uniche delibere e determine in tal senso sono quelle firmate dal centro-destra che, durante il governo Albore Mascia, hanno consentito la chiusura della struttura”.
Sono il capogruppo e il vice capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara, Marcello Antonelli e Vincenzo D’Incecco, a lanciare la stoccata a D’Alfonso e ad Alessandrini: “Da loro”, commentano i forzisti, “vediamo, come sempre, solo chiacchiere da bar e questo ci spaventa visto che siamo già in una fase avanzata per la cessione del complesso industriale, a pochi giorni dall’espletamento dell’asta di vendita. Dunque il rischio di veder riaprire quel ‘mostro’ ambientale è più che concreto e chi oggi governa non sta facendo nulla per fermare le procedure”.
“Perfettamente in linea col presidente della Giunta Regionale circa l’assurdità della sola ipotesi di poter riavviare l’attività del cementificio”, si dice, invece Franco Danelli, Presidente Confcommercio Pescara, che rimarca: “Occorre invece spingere per la completa delocalizzazione dell’impianto per restituire alla città un’ampia area strategica per il suo sviluppo economico e sociale che si andrebbe ad estendere per tutta la lunghezza del Cementificio dall’Asse Attrezzato fino a Via Tiburtina. In questa vasta area potrebbe essere collocato un polo formativo in cui troverebbero spazio la nuova sede dell’Istituto Alberghiero, nonché scuole per formare quelle professionalità tecniche di cui c’è carenza e che viceversa le aziende ed il mercato reclamano”.