Pescara, cementificio: si rialza la voce pro-delocalizzazione

cementificio_ciminieraPescara. Prevedibile, vista la potata della decisione presa ieri dal sindaco, la riapertura del dibattito sulla delocalizzazione del cementificio. Ieri il Comune ha annunciato di non rinnovare il permesso alla Sacci per proseguire le attività dello stabilimento di via Raiale, oggi si rialza la voce del fronte a difesa della salute e dell’ambiente.

Anni di dibattito, poi la decisione del sindaco Albore Mascia e della sua Giunta di negare al cementificio il rinnovo del permesso d’attività. Quindi, immediatamente, riprende corpo e coraggio la battaglia del fronte cittadino che vuole lo spostamento fuori dal centro abitato dello stabilimento di via Raiale. L’annuncio dato ieri dal Comune ha trovato il plauso dell’associazione Sos Inquinamento, che sottolinea come il livello di polveri sottili inquinanti nell’aria di Pescara sia addirittura peggiore di quello di città come Taranto, dove i fumi velenosi dell’Ilva minacciano la salute dei cittadini. Altrettanto largo l’apprezzamento rivolto a Mascia dalla Confcommercio, che in una nota sottolinea la possibile delocalizzazione del cementificio come “Un’iniziativa”, si legge, che ricalca in pieno quanto già la nostra associazione, nonostante forti critiche e resistenze da parte di alcuni, ebbe modo di promuovere gia’ nel maggio del 2008 e nei mesi a seguire. Partendo dal presupposto delle ricadute in termini di inquinamento che le emissioni del cementificio rappresentano non solo per gli insediamenti urbani nelle vicinanze dell’impianto, ma per l’intera territorio pescarese e dei comuni vicini, non dobbiamo dimenticare che il Sindaco resta il primo responsabile della salute pubblica. Ben venga quindi”, afferma la Confcommercio ,”la presa di posizione dell’Amministrazione comunale che, non rinnovando l’autorizzazione, ha posto le basi per l’auspicato trasferimento del cementificio. Ma il nostro intervento vuole anche fungere da stimolo affinche’ la problematica non resti solo sui tavoli burocratici, ma venga concretamente affrontata e risolta per evitare nuovi e ulteriori danni all’ambiente e alla salute stessa della collettivita’. Analogo stimolo e’ stato rivolte al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi; all’ente regionale sono stati infatti richiesti massima attenzione e impegno per la risoluzione della vicenda. Da parte nostra – conclude la Confcommercio – confermiamo fin d’ora il piu’ ampio contributo e la massima collaborazione per sostenere la proposta di delocalizzazione, dalla cui effettiva attuazione non possono che derivare estremi benefici per la citta’ e tutto il tessuto urbano”.

PD: MASCIA ROMPE DIALOGO CON SACCI

Sul fronte politico, invece, si sposta ben presto la disputa sui depositari dei meriti dell’ipotetico traguardo della delocalizzazione, e sui meriti adottati per raggiungerlo. Ieri, in sostanza, Mascia aveva bacchettato il centrosinistra della precedente amministrazione per aver deposto le armi contro la Lafarge, precedente proprietaria del cementificio, rinunciando alla delocalizzazione in luogo della sponsorizzazione del Calice di Toyo Ito. Oggi risponde prontamente il Pd, con capo e vicecapogruppo Di Pietrantonio e Del Vecchio: “La Giunta D’Alfonso”, ammettono, “nel 2007 ha firmato un protocollo d’intesa con la Lafarge: con quello sono state concesse al Comune sponsorizzazione che hanno portato a realizzare il Calice di Ito, del Parco della Pace e alla realizzazione del Parco Andersen all’interno della scuola E. Fermi, entrambi all’interno del Quartiere 3 dove insiste il cementificio. Ma lo stesso protocollo”, spiegano, “introduceva, iniziativa nuova,la possibilità di valutare di comune accordo e con reciproco coinvolgimento soluzioni alternative di localizzazione”. “Ora invece”, criticano i due Democratici, “il Sindaco ha di fatto annunciato l’interruzione di ogni forma di dialogo con la società Sacci, che attualmente gestisce il cementificio, aggiungendo che qualora la Conferenza di Servizio dovessero autorizzare l’attività degli impianti non mancherà di ricorrere al Tar. Nell’interesse generale della comunità pescarese invitiamo il Sindaco”, concludono, “ad attivare iniziative concrete per costruire un reale e concreto percorso che possa portare alla affettiva delocalizzazione del cementificio, anzichè minacce che suonano come l’ennesimo annuncio ai soli fini di immagine ma che non contribuisce alla soluzione del problema”.

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