Pescara. Richiestio il rinvio a giudizio per 9 persone, tra i quali il presidente e il direttore generale dell’Aca, Ezio Di Cristoforo e Bartolomeo di Giovanni, per abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa, in merito all’inchiesta sull’azienda acquedottistica partita nel 2010 per presunte agevolazioni e sgravi sulle bollette.
La procura di Pescara ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per Ezio Di Cristoforo, presidente dell’Aca; Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dell’Aca;Giancarlo Gennari, responsabile dell’ufficio commerciale dell’Aca di Pescara e consigliere provinciale del Pd; Giancarlo Ceci, tecnico installatore, ed altre sette persone. La vicenda,che inizialmente contava 14 indagati, è quella riguardante un’ inchiesta sull’Aca condotta dal pm Gennaro Varone. Nel mirino presunte agevolazioni e sgravi sulle bollette a persone che in realtà non avrebbero dovuto beneficiarne. In sostanza sarebbero stati effettuati dei veri e propri storni con la motivazione di malfunzionamento degli impianti o di supposte perdite delle reti idriche. Gli altri imputati sono l’ex assessore comunale di Pescara Riccardo Padovano, Alberto Di Marco, 62 anni, di Cugnoli, Emilio Ferrone, 80 anni, residente a Scafa, Zopito Livello, 81 anni, residente a Pescara, Gianfranco D’Orazio, 43 anni, di Bucchianico, Carlo Fidanza , 53 anni, residente a Montesilvano, Vittorio Sulpizio , 57 anni, residente a Chieti. Le indagini sono state avviate nel 2010, ma alcuni storni risalirebbero anche al 2007 e al 2009. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa. Di Cristoforo è accusato anche di furto e peculato in quanto avrebbe effettuato nella sua casa di Bolognano un secondo allaccio senza registrarlo. Nello specifico il direttore dell’Aca Bartolomeo Di Giovanni è accusato di falso e truffa in concorso con Gennari. Secondo l’accusa i due avrebbero attestato falsamente le condizioni per lo sgravio dei consumi di acqua potabile a beneficio di Di Giovanni su alcune fatture relative agli anni 2006 -2009. L’ex assessore Padovano è coinvolto in qualità di titolare dello stabilimento balneare ‘Voglia di Mare’. Secondo l’accusa Gennari in concorso con Padovano nel 2010 avrebbe attestato falsamente il mal funzionamento del contatore installato presso lo stabilimento dell’ex assessore per lo sgravio e l’annullamento dei consumi. Nel 2011 il pm chiese gli arresti domiciliari per Giancarlo Gennari e la sospensione dai pubblici uffici per Ezio Di Cristoforo, Bartolomeo Di Giovanni e Giancarlo Ceci. Il gip Gianluca Sarandrea , però , dopo gli interrogatori , respinse le richieste escludendo a carico di alcuni la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, per altri ritenendo la non sussistenza delle esigenze cautelari.