Il centro, denominato Siloe, viene utilizzato dalla Caritas sulla base di una convenzione che avrà la durata di un anno, ma a gestire il servizio è il Gruppo di Volontariato Vincenziano, che lo ha già svolto in passato.
Nel centro di via Gran Sasso, aperto il lunedì e il giovedì, dalle ore 7.30 alle 10.30, usufruiscono del servizio dalle 30 alle 40 persone al giorno (solo uomini) di età compresa tra i 25 e i 60 anni. Per accedervi bisogna esibire un tesserino fornito dalla Caritas. Sono a disposizione dei clochard 4 docce, oltre a un servizio lavanderia (con due lavatrici e un’asciugatrice). C’ è anche la possibilità di tagliare i capelli, fare colazione con biscotti e caffè caldo e rivolgersi a uno sportello di ascolto.
“E’ un centro predisposto dall’Amministrazione Comunale per accogliere i senza dimora, che non hanno la possibilità di provvedere alle necessità quotidiane legate all’igiene personale – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Antonella Allegrino – Nella struttura hanno modo di fare la doccia, la colazione e far lavare i propri indumenti. Ma non è solo questo l’aspetto che conta. Nel centro, le persone che vivono in strada possono trovare la vicinanza e il calore dei volontari e degli operatori sociali, che spesso ne conoscono già le storie, i disagi, le difficoltà, le dipendenze Non si tratta, dunque, solo di un luogo fisico ma di un punto di riferimento importante per i senza dimora, in cui vengono avviate relazioni costruttive. Passa anche per questi servizi, infatti, il lavoro complesso che si fa per conquistarne la fiducia e convincerli ad avviare un progetto che mira al reinserimento sociale e non al puro assistenzialismo. Un percorso che viene tracciato dai Servizi sociali in stretta collaborazione con la rete di associazioni che si occupano di assistere e sostenere i senza dimora”.
“Vengo qui per lavarmi e cambiare gli indumenti, ma trovo anche un po’ di conforto – racconta un 33enne di un paese del Pescarese- Vivo in strada da 13 anni. Una scelta obbligata, purtroppo, perché ho perso il lavoro e la casa e poi è morto mio padre, che mi dava una mano. Ho una sorella, ma anche lei vive in una situazione di grave disagio e non può ospitarmi. Dormo in stazione e mangio nelle mense della Caritas e di piazza San Francesco. Facevo il manovale e vorrei tanto trovare di nuovo un lavoro per lasciare la strada”.
“Il centro di via Gran Sasso”, conclude l’assesore, “diventerà una vera e propria casa di inclusione sociale, attivata con il finanziamento ottenuto dall’amministrazione comunale nell’ambito del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia “. All’interno saranno presenti diversi servizi, tra i quali un centro di ascolto, l’orientamento ai servizi di accoglienza notturna e alla ricerca di un lavoro, mensa e distribuzione viveri, fornitura di indumenti e farmaci e servizi di supporto all’autonomia.