Come riporta il quotidiano Il Centro, la procura sta indaga sulla pasta cucinata nelle mense scolastiche pescaresi, sull’onda dell’esposto presentato dal Movimento 5 Stelle, firmato dal deputato Colletti e dal consigliere comunale Di Pillo, sul maxi appalto da 17 milioni di euro che, nel 2016, ha affidato la gestione del servizio per 5 anni all’Ati composta da Cir Food e Bioristoro.
All’esame della pm Anna Rita Mantini, ora, più che il rispetto dei servizi appaltati, c’è la qualità della pasta servita agli alunni: “Prodotta con farine di grano duro coltivato e prodotto in Italia”, recita il capitolato del Comune, mentre la denuncia grillina sostiene che sia realizzata con l’aggiunta di grani esteri, costituendo “presunta illegittima utilità aggiuntiva all’impresa”.
Per Colletti e Di Pillo, la marca di pasta utilizzata nelle scuole, successivamente sostituita con un’altra, conteneva grano non italiano. Il caso è finito, prima che in procura, anche sul tavolo della commissione Garanzia del Comune, al quale l’Ati ha fornito documento a garanzia che la marca di pasta attualmente servita, utilizzi semola italiana coltivata in Molise e Puglia.
Ma Di Pillo non si è accontentato della dichiarazione ufficiale e avrebbe chiesto al servizio clienti del pastificio se la pasta fosse fatta di solo grano prodotto e coltivato in Italia, ricevendo come risposta: “È il frutto della miscelazione di grano italiano ed estero”.
Il Comune avrebbe già sanzionato il gestore delle mense per una non meglio definita “non conformità alle caratteristiche merceologiche previste dal capitolato e relativo a più prodotti alimentari”, ma il M5S insiste sull’irregolarità dell’appalto, in quanto la Cir Food-Bio Ristoro avrebbe ottenuti più punti offrendo di servire pasta 100% made in Italy, oltre a risparmiare sul servizio offerto, a dispetto di quanto percepito dal Comune.: “L’inadempienza della ditta avrebbe comportato uno scadimento della qualità del servizio a discapito degli utenti e una presunta illegittima utilità aggiuntiva per l’impresa in danno, tra l’altro, degli interessi finanziari pubblici”, si legge nell’esposto.