Pescara. Lo hanno schiacciato contro un muro con l’automobile appena rubatagli sotto casa: un poliziotto fuori servizio è stato ferito gravemente martedì sera. La prognosi di un mese riporta tre costole rotte e ferite suturate con un centinaio di punti.
Fuori servizio, ma ha comunque conservato l’ardore che ogni poliziotto mantiene anche quando non veste la divisa, tanto più che i due ladri che ha colto sul fatto stavano rubando proprio la sua automobile privata.
Un’agente della squadra mobile di Pescara poco prima della mezzanotte di martedì stava rientrando nella sua casa di San Silvestro dopo una cena con dei colleghi, quando ha sentito dei rumori sospetti in cortile. Erano due ladri intenti a scassinare la monovolume di famiglia: l’uomo si è avventato contro i due disarmato e senza paura, riuscendo ad afferrarne uno per il braccio. L’altro, invece, è montato nella macchina che era riuscito ad aprire e mettere in moto, ma invece di scappare ha deciso di spalleggiare il complice: ingranata la marcia, si è scagliato contro il poliziotto, non accontentandosi di urtarlo ma spingendolo fino a schiacciarlo contro un muro di recinzione, per poi caricare il compagno liberato e correre via con l’automobile.
La prima a soccorrere l’uomo ferito gravemente è stata la moglie, anche lei poliziotta, che ha avvertito l’ambulanza per il trasporto del marito al pronto soccorso. I medici dell’ospedale spirito santo hanno decretato una degenza non inferiore ad un mese: 3 le costole rotte e numerose le ferite riportate alla schiena. Sono serviti circa 100 punti di sutura per chiudere i tagli riportati nello schiacciamento, ma potrebbe essere state ben peggiori le conseguenze fisiche.
Subito all’opera i colleghi dell’agente colpito, ancora più motivati dalla solidarietà con l’amico in divisa: mentre l’auto è stata ritrovata dopo poco in una strada isolata, difficile ricostruire gli identikit del ladro e dell’aggressore. Da una prima ricostruzione effettuata, con difficoltà a causa della scarsa illuminazione del cortile, gli autori della violenza sarebbero due giovani che parlavano in lingua straniera, probabilmente con un accento dell’est. Ma oltre alla fratellanza con la vittima, l’urgenza che spinge in questi casi la polizia a rintracciare i colpevoli è la violenza perpetrata, che potrebbe ripetersi in casi simili e ai danni di qualsiasi cittadino.