Resta in carcere Angelo Ciarelli, nomade 38enne accusato di aver ucciso, tre sere fa nel ‘ferro di cavallo’ di via Tavo, Tommaso Cagnetta dopo una lite tra spacciatori e tossicodipendenti. Lo ha deciso il gip Mariacarla Sacco, che ha convalidato l’arresto in base alla presenza di “un quadro indiziario di sicura gravità”, ravvisando “pressanti esigenze di special prevenzione”, e ritenendo “concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di gravi reati con l’uso di armi o comunque di reati della stessa specie di quelli per cui si procede”. Soggetto ad “elevata pericolosità sociale”, dice il gip Sacco: “Anche alla luce dei precedenti penali e giudiziari a suo carico”. Il quadro tratteggiato su Angelo Ciarelli, “lascia fondatamente presumere che lo stesso, proprio per la dimostrata incapacità di controllare i suoi impulsi aggressivi, possa commettere gravi reati con l’uso di armi o comunque reati della stessa specie di quelli per cui si procede”, continua il giudice nell’atto di conferma della misura detentiva. Contro questa si è appellato il legale di Giancarlo De Marco, che oggi era nel carcere di San Donato per assistere all’interrogatorio dello zingaro. Ma davanti al gip,e al pm Valentina d’Agostin, titolare dell’inchiesta, Ciarelli si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha parlato solo con il suo difensore, ribadendo che è innocente. De Marco all’uscita del carcere ha riferito: “Non mi ricordo se mi ha detto se era presente al ‘ferro di cavallo’, però mi ha detto che se fosse stato lui non sarebbe andato in questura a sottoporsi alla prova dello Stub. Sotto questo aspetto potrebbe essere credibile, io ascolto e poi traggo le conclusioni”. L’avvocato si è opposto alla conferma dell’arresto, e in attesa della risposta del giudice ha rassicurato i parenti del detenuti, radunati in attesa fuori dal carcere: “Gli indizi di colpevolezza non ritengo che siano schiaccianti, direi che sono leggeri indizi. Secondo me non è provato che abbia sparato lui, quindi, per il momento vogliamo vedere bene come sono andate le cose e poi Ciarelli darà le sue spiegazioni”. Per il difensore, inoltre, “chiunque abbia commesso il delitto non è omicidio volontario”. “Direi che si tratta di un fatto del tutto accidentale”, sostiene, “un colpo di pistola è partito involontariamente da una persona che impugnava un’arma. È quello che secondo me emerge dagli atti”.