Nel 2016, la popolazione residente straniera a Montesilvano ammontava a 4828 persone, ovvero l’8,98%. A questi numeri si aggiungono i migranti che ad oggi sono nelle strutture di accoglienza. Obiettivo dell’incontro quello di istituzionalizzare un tavolo di discussione che possa occuparsi di integrazione. Presenti all’incontro rappresentanti delle comunità del Bangladesh, Dominicana, Senegalese, Pakistana. Al tavolo vi erano anche rappresentanti della Cisl Pescara, della Cgil Abruzzo, Arci Pescara, Associazione Ananke Onlus e Caritas diocesana.
«Integrare significa migliorare la convivenza tra culture, etnie e popoli differenti. Le società di oggi sono ormai un tessuto di lingue e tradizioni. E’ per questo motivo e alla luce delle ultime vicende che si sono susseguite nella nostra città che abbiamo deciso di dare inizio ad un tavolo dedicato all’integrazione», afferma il primo cittadino.
«Solo conoscendo le diversità – prosegue il sindaco – è possibile abbattere le barriere e trovare spunti di crescita. Questi incontri dovranno essere concreti e pratici, per realizzare progetti a medio – lungo termine sull’integrazione. Accogliere significa rendere i migranti parte attiva della collettività. Ecco perché anche nel progetto SPRAR (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che abbiamo stilato insieme all’Azienda Speciale e all’Ati composta da Arci Pescara, Polis, Caritas diocesana e Cooperativa Sociale Ausiliatrice e che andrà a sostituire gli attuali CAS, i centri di prima accoglienza, sono previste una serie di attività formative e lavorative capaci di facilitare l’inclusione sotto diversi punti di vista dei 161 migranti che verranno inseriti nel programma di accoglienza».
Nel corso della riunione di ieri, particolarmente apprezzata da tutti i partecipanti, sono emersi possibili progetti volti proprio a facilitare l’integrazione, quali corsi di alfabetizzazione sia base che avanzati; lezioni di educazione civica; iniziative per il dopo scuola per i bambini; organizzazioni di eventi come ad esempio una “Festa dei Popoli” dove la musica rappresenta il ponte ideale tra culture; e ancora l’istituzione di una vera consulta degli immigrati.