Pescara. “La popolazione vestina non merita di essere ingannata con allarmismi e notizie volutamente esasperate. Chi, con un ruolo istituzionale, dice che si cancellano gli ospedali induce i cittadini in errore. Nessuno sta smantellando o cancellando l’ospedale di Penne”. Lo afferma il manager della Asl di Pescara, Armando Mancini, che illustra i contenuti dell’atto aziendale presentato alla Regione e cerca di fare chiarezza sulle sorti della struttura sanitaria del capoluogo vestino.
“Rispetto al decreto del ministro Lorenzin – spiega Mancini – ci sono 33 posti letto e sette reparti (Unità operative) in più. Per quanto riguarda il dipartimento di chirurgia, il decreto prevedeva il Day surgery senza posti letto, mentre noi abbiamo optato per l’Unità operativa semplice con 2 posti letto. Sono inoltre previsti l’Unità operativa semplice di Otorinolaringoiatria (2 posti letto), il servizio di Oculistica e l’Unità operativa semplice Dipartimentale Artroscopia e Traumatologia (2 posti letto), tutti non previsti dal decreto ministeriale”.
“Per quanto riguarda il dipartimento di Medicina – aggiunge – il decreto prevedeva 20 posti letto, mentre noi abbiamo previsto l’Unità operativa complessa, con 30 posti letto, perché intendiamo assorbire anche la Geriatria. Il personale di Geriatria, tra cui il sindaco di Penne, resterà li. Sebbene il decreto non li prevedesse, nell’atto aziendale abbiamo inserito anche l’Unità operativa semplice dipartimentale Lungodegenza, con 15 posti letto, anche per accogliere pazienti da Pescara, l’Unità operativa semplice diagnostica apparato digerente e il servizio di Emodialisi (12 letti)”.
“C’è poi l’Unità operativa semplice dipartimentale ginecologia e interruzione di gravidanza (2 posti letto) – prosegue il manager della Asl – non prevista dal decreto. Insieme a quello di Avezzano è uno dei due centri regionali per l’interruzione di gravidanza. Ci sono inoltre l’Unità operativa semplice dipartimentale Laboratoristica Territoriale, il servizio di Radiologia, il servizio Trasfusionale e il servizio Oncologia”.
“Per quanto riguarda l’emergenza urgenza – spiega ancora Mancini – abbiamo previsto l’Unità operativa semplice di Pronto soccorso e quella di Terapia intensiva post operatoria (anestesia-rianimazione). In materia di emergenza urgenza è una follia pensare che i codici rossi possano essere trattati all’ospedale di Penne, perché per quei casi serve un ospedale che abbia tutti i reparti necessari”.
“Rispetto a com’era Penne prima del Decreto Lorenzin, manca in pratica solo l’U.O. di Cardiologia. Per legge – sottolinea il direttore generale – non potevamo mantenerla per una questione di numeri, ma verrà comunque mantenuto il servizio. I reparti che abbiamo aggiunto rispetto a quanto previsto dal decreto Lorenzin, essendo il numero totale di Uo della Asl non modificabile per legge, sono stati sottratti a quelli attribuibili all’ospedale di Pescara. E’ stata una precisa scelta, finalizzata a far sì che quello di Penne resti il secondo ospedale della Asl di Pescara”.
Mancini aggiunge che “investiremo 12,5 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica e per il rifacimento dei Reparti, che vanno ovviamente rimodulati sul Decreto Lorenzin” e che è stata inoltrata alla Regione la richiesta “di localizzare nell’ospedale di Penne un ‘ospedale di comunità’, la cui gestione vedrà integrati i medici di Medicina generale”.
“Il Decreto Lorenzin è figlio della ristrettezza economica e della spending review. Spero che un domani questo Paese vivrà condizioni migliori. In ogni caso non è pensabile per alcuno che l’area Vestina possa essere priva di un presidio ospedaliero. Il nostro impegno è mantenere in Penne lo ‘spoke’ dell”hub’ di Pescara, con sempre maggiori collegamenti, anche attraverso la telemedicina”.