“La Regione, attraverso una rimodulazione dei fondi Fas, destini al porto di Pescara l’intera somma necessaria a modificare la struttura attuale, in modo da superare definitivamente e rapidamente i problemi di insabbiamento”. E’ quanto chiede il direttore della Cna di Pescara, Carmine Salce, secondo il quale “la giunta Chiodi, che sembra abbia finalmente preso consapevolezza della gravità della situazione, se davvero vuole evitare la morte del principale scalo marittimo abruzzese, deve tradurre in fatti concreti e visibili la propria disponibilità”. Tradotta in cifre, la richiesta della confederazione artigiana pescarese è di stanziare i 40 milioni di euro stimati nella bozza di progetto per aprire la diga foranea e allungare i bracci dell’attuale porto canale, in modo da impedire definitivamente il ristagno dei fondali. L’ipotesi alternativa, ovvero stanziare la metà dell’importo, avviando poi una trattativa con il Governo per la somma residua, a detta di Salce si risolverebbe in un nulla di fatto: “La Regione dispone dei fondi del Fas, e visto che ha già deciso di destinare un finanziamento al porto pescarese per una ventina di milioni di euro”, dice, “a quel punto farebbe meglio a sostenere uno sforzo maggiore, per poter avviare in tempi brevi l’intervento sulla struttura portuale; con lo Stato, in un secondo momento, sarà sempre possibile avviare una trattativa per il recupero della cifra anticipata”
“La salvezza del porto è questione che si gioca in tempi decisamente brevi”, conclude Salce, “la sospensione del collegamenti passeggeri con la Croazia, la paralisi delle attività di movimentazione delle merci, la crisi della pesca, rischiano di produrre effetti negativi irreversibili per l’economia della città e dell’Abruzzo intero, se non ci sarà un intervento rapidissimo”.