Pescara. Stato di agitazione degli agenti di polizia penitanziaria del carcere San Donato aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Sappe: “Sette casi di aggressione in dieci mesi”.
“L’ultimo caso, in ordine di tempo ha visto un Sovrintendente riportare fratture multiple al volto”, recita una nota congiunta, inviata al provveditore Regionale Cinzia Calandrino e al direttore del carcere Franco Pettinelli, “l’incolumità dei Poliziotti Penitenziari non è garantita, sia nel reparto Psichiatrico che nelle Sezioni detentive a regime aperto”.
“All’interno del Reparto Psichiatrico”, spiega la nota, “ci sono otto detenuti e la Copertura garantita dalla presenza del personale A.S.L. (che ha le Competenze Sanitarie per far fronte al tipo di problematiche che presenta il reparto) non interessa l’arco delle 24 ore. Al termine del turno del Suddetto personale A.S.L., rimangono gli agenti, ovviamente non qualificati né adeguatamente preparati all’avvento del regime aperto negli istituti penitenziari. La situazione è ulteriormente aggravata dall’inadeguatezza delle Strutture architettoniche al nuovo regime di Carcere aperto; il personale è esposto a rischi di aggressione e contemporaneamente gli è sottratta la capacità di controllo dei reparti (controllo teso non solo ad impedire le eventuali evasioni ma sopratutto a scongiurare atti di prevaricazione fra gli stessi detenuti)”.
“Un’altra nota dolente”, dicono i sindacati, “sarebbe quella della mancanza di personale che costringe gli agenti presenti a sacrificarsi con doppi turni di lavoro, da sei a dodici ore, nei turni pomeridiani e serali. Peraltro, è necessario procedere, con confronto sindacale, alla rideterminazione dei livelli minimi e massimi di sicurezza (il quantitativo di personale minimo e massimo da impiegare all’interno dell’istituto per garantire la sicurezza), poiché l’attuale definizione è inadeguata alle ristrutturazioni organizzative intervenute”.
“Si riscontra, invece”, insistono le sigle sindacali,. “un cospicuo contingente di personale di Polizia Penitenziaria impiegato ancora in attività amministrative presso l’ex P.R.A.P. Abruzzo (struttura in via di smantellamento); ancora, parte degli agenti distaccati a Pescara per l’attività all’interno del Carcere sono dirottati Sui Servizi di scorta alle autorità infine altro personale che dovrebbe svolgere la propria attività sempre dentro la Casa circondariale, è distaccato presso gli uffici della ProCura e l’U.E.P.E., di Pescara”.
“I problemi del personale si accentuano, com’è da aspettarsi, con l’avvicinarsi del periodo delle ferie e le carenze lamentate gravano ancora di più sulle donne e gli uomini della Polizia penitenziaria ormai allo Stremo”, concludono le organizzazioni sindacali, proclamando l’agitazione e chiedendo “un incontro alle autorità in indirizzo per risolvere le questioni presenti”.