Pescara, sequestri e confische per 3 milioni ai rom Spinelli-VIDEO

sequestrofinanzaspinelli17mag2012.mp4_000200200Pescara. Ville, automobili e conti correnti: la Guardia di Finanza stringe il cerchio attorno alla criminalità e ai patrimoni illeciti. Sono scattati stamattina un sequestro e una confisca nei confronti di due nuclei famigliari appartenenti  al clan Spinelli, tra i rom più noti in città. Un bottino da oltre 3 milioni di euro, frutto di estorsione, rapine e spaccio.

Sinergica e continuativa la collaborazione tra Fiamme gialle e questura Pescarese, determinate nella lotta all’illecito arricchimento. Negli ultimi due anni ammontano a circa 20milioni i capitali sequestrati, frutto di attività criminali e appartenenti a soggetti che poco o addirittura mai nulla hanno dichiarato al fisco. Un’ulteriore stretta è stata apportata grazie alle ultime normative antimafia e antiriciclaggio, che hanno permesso di accorciare i tempi per le confische definitive e di tener maggiormente sotto controllo sospetti passaggi di numerose somme in contanti. Nel mirino degli inquirenti pescaresi, le famiglie rom stanziali, ma il comandante provinciale della Finanza Mauro Odorisio specifica: “non è un accanimento, nostro dovere è controllare tutti gli illeciti e tutti i criminali, se queste famiglie storiche continuano a delinquere non è colpa nostra, semmai loro”.

Gli ultimi frutti di questa collaborazione sono stati raccolti alle 7:00 di stamattina, proprio ai danni di due nuclei della stessa famiglia rom, gli Spinelli, con il sequestro preventivo di una villa e un’automobile in via Monte Bertone, e la confisca di un patrimonio da circa 3 milioni già sequestrato a novembre scorso. Sono stati il tenente colonnello Di Mascio, comandante del nucleo di Polizia Tributaria della Finanza, e Egidio Labbro Francia, dirigente della squadra Anticrimine della Questura ad illustrare nel dettaglio gli interventi odierni.

Quello in via Monte Bertone ha sottoposto al primo sequestro i beni dei coniugi Camillo e Amelia Spinelli: una villa su tre piani nella quale abitano con i tre figli e un’Alfa Romeo Mito. Un totale di circa 500mila euro che nessuno dei 5 poteva permettersi, stante alle dichiarazioni dei redditi e alla totale disoccupazione. “Vale il principio della presunzione relativa”, spiega Di Mascio, “questi soggetti hanno tutti i gradi di giudizio per giustificare il lecito possesso di questi beni, ma storicamente non ci sono mai riusciti: i beni vengono, così, restituiti allo Stato e le vetture messe a disposizione delle forze dell’ordine”.finanzaDiMascioOdorisioLabbrofrancia

Ha provato a giustificarsi anche Umberto Spinelli, capo dell’altro nucleo famigliare di 9 persone interessato dalla confisca. Ad ottobre la Finanza gli ha sequestrato ben 5 abitazioni in via Fonte Romana, via Valle Furci, via Colle Marino, via Colli Innamorati e via Passolanciano, oltre a vari mezzi come una Mercedes da 42mila euro, per un totale di 2,8 milioni. Dopo mesi di accertamenti svolti dall’Anticrimine, il Tribunale ha trasformato la misura di sequestro in confisca. “Il capofamiglia”, ha spiegato Labbro Francia, “ha provato a giustificarsi, dicendo di aver comprato tutto lavorando cinque anni in nero per conto di un venditore di frutta e verdura, ma l’imprenditore ha testimoniato di averlo visto una sola volta in negozio, quando è andato a chiedere in cosa consistesse il lavoro, per poi non vederlo mai più tornare”. Non sono mancate fantomatiche eredità mai dimostrate, o la Mercedes comprata in contanti con i risparmi della figlia: ma quattro assegni firmati dal padre rintracciati presso il concessionario non hanno lasciato scampo a dubbi.

Soggetti socialmente pericolosi. La chiave di volta per procedere in accertamenti fiscali e patrimoniali è la dichiarazione del soggetto incriminato come “socialmente pericoloso”. E’ la polizia, ricostruendo la memoria storica del criminale in questione, a fornire alla Finanza la motivazione per procedere ad indagine. Più sono i precedenti penali in capo ai possessori illeciti, più facile è colpirli. Nei due casi odierni, un uomo delle due famiglie è già in carcere, mentre una delle figlie di Umberto Spinelli ha ben 15 denunce per furti e rapine, “ma la famiglia è ben nota per spaccio, usura ed estorsione”. Ragion per cui, il Tribunale ha emesso contemporaneamente 6 misure di sorveglianza speciale, con obbligo di dimora in città per tre anni nei confronti dei parenti stretti di Umberto Spinelli.

Estorsione su commissione e plus-valore sulle case. Una delle specialità criminali dei rom coinvolti nelle confische di stamattina è stata ricostruita dagli inquirenti come una particolare forma di estorsione su commissione. Spesso sull’onda di liti fra condomini e vicini di casa, gli Spinelli vengono coinvolti per turbare la quiete dell’isolato. Una vendetta che si consuma fingendo di aver venduto la propria casa alla famiglia rom, che con numerosa parentela al seguito si piazza nell’appartamento mantenendo comportamenti indesiderati: feste rumorose e intimidazioni, fin quando l’esasperato dirimpettaio si offre di ricomprare l’appartamento dallo zingaro pur di mandarlo via. Scatta così la trappola del plus-valore: il compiaciuto rom, per vendere, chiede fino al doppio del valore di mercato della casa e figurando (solo sulla carta) come proprietario, si spartisce con il precedente inquilno la somma della finta vendita dell’appartamento, in realtà già venduto a prezzo di comodo ad una terza persona. Ma il costo della ‘commissione’ spettante al rom viene considerata estorsione: “In un palazzo di Montesilvano”, racconta un agente dell’Anticrimine, “i condomini disperati sono arrivati perfino a fare una colletta per ricomprarsi l’appartamento invaso”.

Daniele Galli


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