Alessandra Marsilii, suo marito Francesco Cucinotta, e i figli di 21, 19 e 15 anni, da venerdì hanno piazzato le tende sulla piazza tra il Comune e la Prefettura di Pescara, sperando di attirare l’attenzione sulla vicenda che li ha lacsiati “senza casa e senza lavoro”.
Come racconta la donna, la vicenda, che dura da diversi anni, si è aggravata dal 2015: alla base di tutto ci sarebbe una condotta per lo scolo delle acque piovane, di proprietà del Comune di Alanno, che transita su un terreno della famiglia Cucinotta “senza autorizzazione”, e alcune perdite si sono infiltrate in tutta l’area. Due anni fa, un verbale dei vigili del fuoco ha certificato il cedimento delle fondamenta dell’abitazione e dei terreni dove Alessandra e Francesco stavano per aprire una pizzeria, sperando nel lancio di un’attività commerciale per sostenere anche i figli.
Diversi gli esposti presentati “e rimasti inascoltati” da Alessandra: “I vigili del fuoco hanno anche ordinato al Comune la messa in sicurezza”, dice la donna, “ma il sindaco ha rigirato a noi l’ordine di eseguire dei lavoro pubblici”.
Ad aggravare ulteriormente la situazione ci si è messo anche il terremoto di gennaio scorso, quindi il 16 marzo dal Comune è partita l’ordinanza di sgombero dalla casa inagibile: il nucleo famigliare è stato prima messo in albergo, e poi ha ricevuto l’assegnazione di una casa popolare nel paese della Val Pescara: “Ma è completamente marcio e ammuffito, mio figlio è allergico alla muffa e lì non possiamo stare”, spiega ancora Alessandra Marsilii, motivando il “giusto rifiuto”.
Così la decisione di accamparsi a Pescara, di fronte alle sedi istituzionali. Dal Comune, per voce del vice sindaco Blasioli, è arrivato già il diniego all’assegnazione di una casa popolare nel capoluogo adriatico, mancando la residenza in città; dalla Prefettura, invece, si aspetta ancora l’invito per un incontro.