“In realtà”, spiega il Forum abruzzese dei diritti dell’Acqua, “è solo un primo assaggio di quello che si rischia di avere nel futuro in quella zona, in quanto negli elaborati integrativi depositati recentemente dal proponente si evince chiaramente che il progetto in questione è in realtà solo la prima fase di un intervento molto più ampio, esteso fino a 4 volte l’area interessata attualmente”.
“Infatti”, prosegue il forum, “nella mappa depositata dalla ditta si riporta la zona che sarebbe interessata dall’attuale progetto precisando nella disascalia che si tratta, testualmente, del Limite area di prima fase di coltivazione. L’area della concessione mineraria è molto più vasta e non può essere sfruttata per ora esclusivamente a causa del vincolo imposto temporaneamente sulle aree percorse dall’incendio del 2007. Ebbene, scaduto quel vincolo di durata di 10 o 15 anni, a seconda della destinazione d’uso precedente all’evento, l’azienda potrà presentare un progetto di ampliamento”.
Auspichiamo che “il Comitato VIA decida per far assoggettare a V.I.A. il progetto”, il Forum H2O ritiene” inaccettabile continuare ad usare in maniera indiscriminata e senza alcuna pianificazione territori così fragili come quelli della nostra regione. È ora di dire basta a questo sfruttamento selvaggio che non fa che depauperare il nostro patrimonio paesaggistico, idrico ed ambientale con un’economia che procede verso il passato in una direzione esattamente opposta alla reale valorizzazione di medio e lungo periodo”.