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Morosini, autopsia ed esame tossicologico: inchiesta per omicidio colposo. Vigile sospeso: è sotto shock

Pescara. Dopo il dolore, le indagini: tanti i pezzi da ricomporre per ricostruire le incerte dinamiche della morte di Piermario Morosini. La Procura ha aperto un’inchiesta, disponendo l’autopsia per chiarire le cause del decesso, con annesso esame tossicologico; avviata la anche la doverosa procedura per accertare le responsabilità del vigile che ha parcheggiato l’automobile ostacolando l’ingresso dell’ambulanza sul campo dell’Adriatico.

Omicidio colposo: questo il capo d’imputazione, attribuito ad ignoti, riportato sul fascicolo aperto dalla Procura pescarese per andare a fondo alle dinamiche della morte di Piermario Morosini, il giocatore del Livorno stroncato da un malore sabato pomeriggio sul campo dello stadio Adriatico. Un malore tutto da accertare, per questo il Pubblico Ministero Valentina D’Agostino ha disposto l’autopsia sul corpo del calciatore bergamasco, non ancora ventiseienne. Ad eseguirla sarà l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, affiancato dalla presenza della tossicologa Simona Martello, medico dell’Università Cattolica di Roma. La decisione porta direttamente a pensare che l’implicazione di un medicinale nel malore accorso a Morosini sia presa concretamente in analisi dagli inquirenti: “Siamo nel mondo del calcio, e quindi vogliamo andare a fondo grazie a un esame che ci dia un quadro quanto più ampio della causa del decesso” ha detto il procuratore aggiunto Cristina Todeschini. L’esame autoptico è iniziato poco prima delle 13:00, e potrebbe concludersi non prima della serata; nei locali dell’ospedale Santo Spirito è presente anche Cristina Basso, perito dell’Università di Padova, nominato rappresentante di parte della famiglia dal cugino del centrocampista Amaranto, Piergiorgio Morosini, unico familiare oltre alla sorella disabile. Il dottor D’Ovidio, che questa mattina ha ricevuto dalla Procura gli atti del Pronto Soccorso relativi all’intervento su Morosini, avrà ora 60 giorni di tempo per restituire i risultati ufficiali dell’autopsia; servirà, probabilmente, meno tempo ad avere quello dell’esame tossicologico: la dottoressa Martello è già ripartita questa mattina alla volta di Roma con i campioni prelevati per le analisi. “L’esame autoptico sarà ad ampio raggio per cercare di spiegare più cose possibili”, ha spiegato ancora il procuratore Todeschini; come per la causa farmacologica, non si esclude anche la riconduzione di un eventuale arresto cardiaco alla traccia genetica, data la morte del padre dell’atleta proprio per infarto. Per questo si accredita molto probabile il ricorso all’esame del dna. “Per ora il procedimento è contro ignoti, per cautelarci il più possibile”, ha detto ancora il magistrato, “Se dall’autopsia emergessero ipotesi di rilevanza penale l’ipotesi generica è quella di omicidio colposo”, precisando che “per ora nel procedimento entrano soltanto i familiari, mentre restano fuori le società sportive del Livorno e dell’Udinese”.

Commissione d’inchiesta sul vigile. “La presenza dell’auto dei vigili, che ha ostacolato l’arrivo in campo dell’ambulanza, non ha alcuna rilevanza perché i soccorsi sono stati immediati”, ha spiegato ancora stamani il procuratore aggiunto. L’indagine per omicidio colposo, quindi, sembra non coinvolgere direttamente l’ufficiale della Polizia Municipale accusato di aver ritardato i soccorsi parcheggiando l’automobile di rappresentanza nel bel mezzo dell’ingresso Maratona, l’unico varco d’accesso per i mezzi di servizio al campo di gioco. Sul caso,  però, il sindaco Luigi Albore Mascia ha annunciato oggi di aver avviato formalmente la procedura di inchiesta interna per accertare quanto accaduto in quei momenti tragici di sabato pomeriggio.  Il direttore generale di Palazzo di città, Stefano Ilari, nominerà una commissione, composta da dirigenti dell’ente, per ricostruire i fatti e accertare eventuali resposabilità. Saranno ascoltati tutti i soggetti coinvolti e in particolare i 14 vigili in servizio allo stadio, per poi adottare eventuali provvedimenti. Già ieri, però, il sindaco aveva ordinato una prima relazione, commentando l’accaduto come “censurabile, riprovevole, vergognoso, esecrabile, una leggerezza imperdonabile e chi ha sbagliato pagherà”. In base alla ricostruzione avuta dal vigile, un agente graduato in servizio dal 1999, “l’area dove è stata parcheggiata sabato l’auto incriminata, vicino al campo, era occupata da molte altre auto di servizio”, ha riferito Mascia; il vigile, ha spiegato ancora il sindaco, “dopo aver vigilato sull’attività dei 14 agenti che si occupavano della viabilità prima della partita, ha raggiunto lo stadio e, al suo interno, si è recato al secondo piano, dove si trova la sala operativa del Gruppo operativo di sicurezza che si occupa della vigilanza e della sicurezza, di cui era componente quel giorno. Quando ha percepito la gravità dei fatti che stavano avvenendo in campo, anche se non subito, il vigile ha cercato immediatamente di raggiungere il piazzale, ma l’ascensore era occupato e le scale impegnate ed è arrivato vicino all’auto un istante dopo la sua rimozione”. Chiara, quindi, la responsabilità dell’agente, che ha ammesso ogni cosa. La vicenda andrà chiarita con l’attività istruttoria del collegio disciplinare, composto dal comandante della Municipale Carlo Maggitti e dal dirigente del personale Bovio: “Sarà la commissione a fare la valutazione del caso”, ha proseguito il primo cittadino, “ma nello stesso tempo restiamo in attesa dell’esito dell’esame autoptico e delle determinazioni da parte della magistratura”. La pena disciplinare prevista varia da 11 giorni a 6 mesi di sospensione dal servizio, con sospensione dello stipendio, ma se nel corso delle indagini dovessero emergere profili diversi si potrebbe anche arrivare al licenziamento; intanto l’ufficiale si è autosospeso, come riferito da Maggitti: un’astensione volontaria dal servizio ottenuta ricorrendo ad alcuni giorni di ferie arretrati, fino al 7 maggio, giorno in cui la commissione consegnerà i risultati delle indagini.  “Il vigile, padre di famiglia, è sotto shock”, ha sottolineato Mascia, “e vive la situazione in maniera drammatica, i vigili hanno sicuramente sbagliato ma non bisogna andare sopra le righe e addossargli la colpa per la morte di Morosini: va ancora definito il tutto ma credo che i soccorsi siano stati tempestivi”.

Codici: dubbi sulle indagini. In una nota, l’associazione pro-legalità Codici manifesta la propria posizione critica in merito alla conduzione delle indagini: “Sembrerebbe che la sezione di Polizia Giudiziaria incaricata alle indagini giudiziarie sia la Digos di Pescara nella figura del suo dirigente Leila Di Giulio”, si legge, “considerato che il Gruppo Operativo addetto alla sicurezza è sempre presieduto da un ufficiale di Polizia di Stato e nell’occasione sembrerebbe essere stato coordinato dal dirigente dell’Anticrimine della Questura di Pescara e quindi da un collega del dirigente della Digos che presta servizio nella stessa questura e considerato altresì che la Digos stessa fa parte del Gos, Gruppo Operativo Sicurezza, sarebbe stato forse più opportuno far fare le indagini ad un altro corpo di polizia non coinvolto nel servizio presso il Gos alla stadio adriatico”.

Funerali a Bergamo, giro di campo al Picchi. In attesa del nulla osta da Pescara per far partire la salma di Morosini, a Bergamo, città natale del venticinquenne, la parrocchia di Montesosso di prepara per il funerale. Se il magistrato dovesse autorizzare il trasferimento già oggi, la cerimonia dovrebbe svolgersi mercoledì: “Per giovedì”, spiegano da Bergamo, “è prevista la festa di primavera organizzata dall’Aler, ci saranno 150 persone, non si può rimandare”. All’ultimo viaggio del ‘Moro’ verso casa penserà la società del Livorno, che prevede il trasporto da Pescara a Bergamo con un passaggio nella città toscana in modo da consentire l’ultimo saluto a Morosini dei tifosi livornesi: il carro funebre dovrebbe effettuare un giro di campo all’interno dello stadio Picchi, dove la città si è riversa già da domenica mattina per portare sciarpe, maglie e striscioni in memoria del “numero 25”, quello della maglia indossata da Piermario e ritirata ufficialmente dalla società amaranto. Una volta arrivato a Bergamo, il feretro sarà collocato nella cappella laterale della Natività all’interno della chiesa parrocchiale, accolto da una veglia di preghiera la sera prima delle esequie.

Terminata l’autopsia. Dopo oltre sei ore, è terminata poco fa l’autopsia sulla salma di Piermario Morosini. Ad eseguirla e’ stato l’anatomopatologo Cristian D’Ovidio, incaricato dal pm Valentina D’Agostino. L’esame autoptico, in base alle prime indiscrezioni, avrebbe consentito di escludere cause di morte macroscopicamente evidenti. Escluse, quindi, le ipotesi dell’infarto e dell’aneurisma. Questo vuol dire che la precisa definizione della causa del decesso di Morosini è rinviata all’esito di ulteriori esami, che saranno effettuati nelle prossime settimane. Il sostituto procuratore della Repubblica di Pescara Valentina D’Agostino ha, intanto, concesso il nulla osta con il quale i familiari potranno riportare a casa la salma del loro congiunto. Il trasferimento per Bergamo avverrà domattina. I funerali dovrebbero svolgersi giovedì alle ore 11 nella chiesa di Monterosso.

 

 

Daniele Galli