Pescara. La tragedia di Rigopiano diventa un film di un’ora, scritto da Michele Santoro e con la voce narrante di Beppe Fiorello, che andrà in onda il prossimo 2 giugno su Rai Due. La pellicola, dal titolo “C’è qualcuno”, fa esplodere la rabbia dei familiari e dei superstiti, i quali sottolineano come il film sia stato girato senza la consultazione preventiva con alcuni di loro e diffidano l’azienda dal mandarlo in onda.
Parla per loro l’avvocato Romolo Reboa che, insieme ai colleghi Gabriele Germano, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli, assiste ventuno familiari delle vittime del disastro di Rigopiano, nonché il sopravvissuto Giampaolo Matrone.
Nel film, secondo quanto annunciato, ci saranno immagini inedite ed esclusive girate dai Vigili del Fuoco all’interno dell’albergo il giorno della valanga e in quelli successivi.
“Tale fatto è gravissimo sia in punto di diritto (è evidente che il programma non è un reportage giornalistico, ma una iniziativa editoriale di carattere speculativo) che sotto il profilo dell’etica di un servizio pubblico – afferma il legale – Non vi è chi non vede come eventuali ‘immagini inedite ed esclusive girate dai Vigili del Fuoco’ costituiscano materiale di indagine che dovrebbe esser consegnato alla Procura della Repubblica di Pescara, piuttosto che essere dati in pasto al pubblico senza nemmeno averlo preventivamente fatto visionare ai sopravvissuti ed ai familiari delle vittime, magari tramite i loro legali. Senza entrare in questa fase sulle lesioni dei diritti, si osserva come la mancanza di rispetto e di sensibilità umana nei confronti dei familiari di ben 29 vittime e dei sopravvissuti sia macroscopica, ove solo si pensi che materiale similare in possesso della Procura della Repubblica di Pescara è ancora da questa ritenuto oggetto di segreto istruttorio”.
“E’ inaccettabile – aggiunge – che le vittime di una tragedia siano considerati dal servizio pubblico televisivo come le comparse di uno spettacolo cinematografico che ha quali protagonisti dei servitori dello Stato che hanno fatto il loro dovere con splendida dedizione, ma che sono stati costretti ad affrontare difficoltà ed intemperie con mezzi inadeguati. Affrontare la vicenda Rigopiano, trattando le vittime come comprimari necessari, non solo costituisce un’offesa nei loro confronti, ma rende qualsiasi prodotto non già un’iniziativa giornalistica, ma una fiction che utilizza cinicamente l’emozione popolare per fare audience”.
Reboa diffida quindi Rai Due dal mandare in onda la trasmissione ‘C’è qualcuno’, “riservando, in difetto, azione risarcitoria per conto dei miei assistiti”.
Il legale contesta anche il mancato invio di ulteriori mezzi aerei e parla di “immotivata decisione di non far alzare immediatamente in volo uno dei quattro elicotteri HH101A CAESAR in dotazione al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare. E’ emerso da indagini difensive – aggiunge – che tali mezzi sono adibiti tra l’altro a missioni di ricerca e soccorso, evacuazione medica e che si caratterizza per la particolare configurazione geometrica delle pale che consente di ridurre sensibilmente le problematiche di scarsa visibilità connesse all’atterraggio in zone sabbiose o nevose e particolarmente vocato per il volo notturno”.
“Ove la struttura della Protezione Civile avesse funzionato a dovere, attraverso la sala operativa nazionale (SISTEMA) avrebbero dovuto essere attivate le Forze Armate, le quali, autonomamente o in concorso con le altre amministrazioni, avevano il potere/dovere di procedere all’immediata evacuazione ed al soccorso dei feriti tramite le risorse aeree, come al capo d) della direttiva concernente gli ‘indirizzi operativi per la gestione delle emergenze’ dal lontano 3 Dic. 2008. Ciò avrebbe probabilmente salvato vite umane ed evita al mio assistito Giampaolo Matrone le gravi lesioni conseguenti l’essere stato per ben 60 ore sotto le macerie”, conclude.