L’Aquila. Alcol acquistato da fornitori comunitari e rivenduto attraverso due depositi fiscali da una società con sede fittizia all’Aquila ma gestita da campani che dichiarava di commerciare saponi e detersivi contando di farla franca grazie al particolare contesto economico sociale del capoluogo abruzzese a 8 anni dal terremoto del 2009, con un’evasione di Iva accertata di 2,2 milioni di euro.
A scoprire il giro, denunciando tutto alla Procura della Repubblica, a seguito di una segnalazione pervenuta dall’area Antifrode della direzione interregionale per il Lazio e l’ Abruzzo dell’Agenzia delle dogane, sono stati i funzionari dell’ufficio doganale aquilano.
Come si spiega in una nota, la cooperazione amministrativa avviata con le amministrazioni doganali dei Paesi ove risiedevano i fornitori comunitari, le indagini finanziarie e le analisi condotte grazie alle banche dati a disposizione dell’ Agenzia hanno permesso, da un lato, di accertare la reale tipologia di merce oggetto di scambi intracomunitari, ossia prodotti alcolici anziché saponi e detersivi, come invece dichiarato dalla società verificata; dall’altro, di ricostruire il meccanismo della frode, individuando anche altri soggetti coinvolti.
La documentazione trasmessa dai depositi ha permesso di acquisire informazioni utili a ricostruire l’iter commerciale delle merci e a individuare i soggetti intervenuti, tutti residenti nella regione Campania.
I prodotti, oggetto di una precedente cessione comunitaria, venivano poi venduti, tramite un’altra società cartiera nazionale, creata ad hoc, attraverso un operatore della grande distribuzione in provincia di Treviso.