Novanta giorni, quelli compresi tra l’inizio di gennaio e la fine di marzo, che hanno certificato una crisi senza precedenti per tutta la micro-impresa regionale, che con 405 unità in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – di queste ben 111 cessazioni sono nel Pescarese – tanto da far guadagnare all’Abruzzo la peggiore performance tra le regioni italiane. Un risultato negativo secondo solo al Molise, che può “vantare” l’1,45%: una caduta secca, quella della nostra regione, pari all’1,29%, che è valore nettamente superiore allo 0,82% medio nazionale.
Il primato negativo della provincia adriatica è solo la punta dell’iceberg di un andamento con il segno “meno” che ha colpito indistintamente micro impresa ed artigianato (ma per il resto dell’imprenditoria il risultato è ugualmente negativo) in tutto il territorio regionale, visto che anche le altre aree non se la sono passata molto meglio: con Chieti sotto di 106 unità, L’Aquila di 103 e Teramo di 85. Flessioni, in percentuale, tutte nettamente al di sopra del valore medio nazionale: «Unica ragione di consolazione, se così si può dire – spiega il curatore della ricerca – il fatto che la flessione registrata in questo primo scorcio dell’anno sia leggermente inferiore a quella dell’anno passato, quando nello stesso periodo era stata di 480 unità».
A concorrere al dato negativo dell’area pescarese sono un po’ tutte le aree produttive: dalle costruzioni (-46,) al manifatturiero (-23). Settori nei quali – pure – altre province sono riuscite a far peggio, con Chieti e L’Aquila rispettivamente a -55 e -53 nel mattone; Teramo a -34 nelle manifatture. Dati che nel Pescarese, tuttavia, sono stati rafforzati da perdite significative in altri comparti, come l’abbigliamento, l’industria del legno, i prodotti in metallo e i mobili.
«Non a caso, da mesi, con le altre organizzazioni di settore e con il sindacato dei lavoratori – dice il direttore della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo – abbiamo aperto con la Regione una “vertenza artigianato” per sottolineare i gravissimi problemi della micro impresa nel nostro territorio. Una difficoltà che tutti gli indicatori, non solo l’andamento delle imprese, segnala da tempo; perché sono le stesse micro imprese che soffrono la contrazione del credito, non riescono a promuovere i loro prodotti sui mercati internazionale, stentano su un mercato interno stagnante». «Vertenza – ricorda Di Costanzo – che spazia dal credito alla formazione, dalla trasmissione di impresa al rilancio dell’artigianato artistico: argomenti sui quali aspettiamo risposte concrete dal governo regionale». Particolarmente negativo, infine, il giudizio sull’andamento del mondo delle costruzioni, che a Pescara come nel resto d’Abruzzo continua ad essere il punto più dolente: «Si deve accelerare su temi come la rigenerazione urbana e la ricostruzione delle aree terremotate, avviando nello stesso tempo il progetto “Casa Italia” per la messa in sicurezza del nostro territorio, dei centri storici e degli edifici, soprattutto nelle aree a rischio sismico».