Pescara. Stroncata dalla Polizia di Pescara un’organizzazione, composta da persone di nazionalità albanese e romena, specializzata nello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione nel capoluogo adriatico.
Dall’alba è in corso l’esecuzione di undici misure cautelari restrittive (8 in carcere e 3 ai domiciliari), disposte dal Gip del Tribunale di Pescara Nicola Colantonio, su richiesta del Pm Gennaro Varone.
L’indagine, partita nel 2016 anche sulla base di segnalazioni di un comitato spontaneo di cittadini, è andata avanti grazie a intercettazioni telefoniche e servizi di personale in borghese, che hanno permesso di verificare e riscontrare i fatti contestati agli indagati, e di mappare le postazioni di lavoro di prostitute già note perché sfruttate da persone coinvolte in indagini precedenti.
Nel corso delle indagini è emerso che, nei luoghi dediti alla prostituzione, in particolare nella zona della stazione ferroviaria, esercitava una 35enne italiana risultata affetta da Hiv ed epatite C. Per questo, con il consenso dell’Autorità Giudiziaria che ha autorizzato la diffusione della notizia, la Polizia, per valutare un’eventuale condotta lesiva nella trasmissione di malattie, invita persone eventualmente a conoscenza dei fatti e in possesso di notizie utili a rivolgersi presso la Questura di Pescara.
AGGIORNAMENTO. Nel mirino della Polizia sono finiti cinque gruppi criminali, due di matrice albanese e tre romena, che avevano una struttura organizzativa, seppur minima, adeguata a gestire lo sfruttamento permanente e intensivo della prostituzione. Le cinque bande operavano prevalentemente nella zona della stazione centrale e in quella della pineta dannunziana.
In carcere sono finiti Endrit Gjella, 25 anni, albanese, Stela Shemlliu, 25 anni, albanese residente a Pescara, Hajrije Rrushi, 57 anni, albanese residente a Lucca, Marian Fantana, 33 anni, romeno domiciliato a Pescara, Dan Petre, 40 anni, romeno domiciliato a Montesilvano, Roberto George Nicolae, 37 anni, romeno domiciliato a Pescara, Daniel Geani Birsan, 30 anni, romeno, già detenuto in Romania. Domiciliari, invece, per Pasquale e Antonio Antinucci, 49 e 51 anni, residenti ad Alanno, e Rovino Hushi, 27 anni, albanese residente ad Alba Adriatica. Latitante, infine, Vasile Lincan, 37 anni, rientrato in Romania a gennaio. I due italiani, secondo la ricostruzione della Polizia, avevano il ruolo di gregari.
Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e servizi antiprostituzione, hanno consentito di documentare e mappare le postazioni di lavoro delle prostitute, in buona parte già note perché sfruttate da persone arrestate e condannate in passato per reati specifici. I cinque gruppi avevano accordi prestabiliti, al fine di evitare conflitti su strada e per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, così da massimizzare i profitti, che ammontano ad alcune centinaia di migliaia di euro.
All’alba di oggi la squadra Mobile della Questura di Pescara, in collaborazione con i colleghi di Teramo e Lucca, ha eseguito gli arresti.
Per quanto riguarda la prostituta affetta da Hiv, la donna, 35 anni, italiana, era stata bloccata per un furto in ospedale e poi riconosciuta in strada. Esercitava nelle ore serali, nella zona della stazione ferroviaria. L’autorità giudiziaria, facendo salvi i diritti connessi alla tutela dei dati sensibili delle persone coinvolte, ha autorizzato la diffusione della notizia al fine di acquisire ulteriori elementi utili ad avvalorare l’ipotesi di responsabilità della donna per la possibile trasmissione di queste patologie. La polizia, con l’assoluta garanzia dell’anonimato, invita chiunque abbia notizie utili da riferire, a recarsi negli uffici della squadra mobile.
A fare il punto della situazione sull’operazione, denominata ‘Mami, sono stati il questore, Francesco Misiti, e il dirigente della squadra Mobile, Pierfrancesco Muriana, i quali hanno parlato di un “un chiaro esempio di collaborazione fattiva e proficua tra comitati di cittadini e forze dell’ordine”.