Pescara%2C+i+funerali+di+Ceci.+Il+cognato%3A+%26%238220%3BItalo+ha+scelto+di+nascere+due+volte%26%238221%3B
abruzzocityrumorsit
/cronaca/cronaca-pescara/42367-funerali-italo-ceci-omicidio-pescara-banda-battestini.html/amp/

Pescara, i funerali di Ceci. Il cognato: “Italo ha scelto di nascere due volte”

Pescara. Una cerimonia discreta e composta ha salutato Italo Ceci, l’ex pregiudicato assassinato venerdì scorso. L’affetto di chi lo conosceva ha testimoniato, ancora una volta, quanto l’ex banda Battestini si fosse riscattato da un passato criminale per diventare una persona buona e amata da chiunque. Una svolta racchiusa nelle parole del cognato Claudio: “Italo è un uomo nato e morto due volte, ma stavolta non è stata una sua scelta”.

Lacrime e rispetto: la folla che si è riunita oggi pomeriggio nella chiesa del Gesù Buon Pastore ha salutato così Italo Ceci, 58enne assassinato venerdì scorso con tre colpi di pistola mentre chiudeva la serranda del negozio Color Quando, in via De Amicis. Discreta, riservata, addirittura composta, come raramente si assiste durante un funerale, quasi a voler deludere un’opinione pubblica che si aspettava qualcosa di eclatante dalle esequie dell’uomo del passato, quell’ex appartenente alla famosa banda Battestini, il “pentito” che ha permesso di sgominare il gruppo criminale. E invece solo dolore, per tutti, nel ricordo di quello che Italo Ceci, dopo aver fatto i conti con i suoi errori, era diventato.

 

Dalle prime file, la compagna Eleonora, le sorelle Laura e Rosalba, il cognato Claudio, il figlio adottivo Luca e i nipoti hanno ascoltato, accanto alla bara coperta di fiori bianchi, la cerimonia professata da Don Luca, parroco della chiesa di viale Bovio. Dietro di loro i banchi pieni di conoscenti e amici, la gente di piazza Santa Caterina che Ceci aiutava, confortava e proteggeva da innumerevoli episodi di microcriminalità dilagante, fiero del suo titolo onorario di “sindaco del quartiere”. Chiunque ha saputo apprezzare la bontà nascosta dietro quell’omaccione con i baffoni non ha voluto mancare all’ultimo saluto, mentre chi lo conosceva anche soltanto di vista, seppur raccolti sul sagrato, si è presentato in chiesa per portare il proprio affetto alla famiglia. Presente anche una delegazione della Croce Rossa, per essere vicini al nipote Andrea, anch’egli volontario: ennesima testimonianza che anche un criminale può cambiare il suo destino e formare una famiglia onesta e generosa e attenta ai bisogni del prossimo più sfortunato.

 

A tutte queste persone si è rivolto dal pulpito Claudio Manoni, il cognato e titolare del negozio in cui Ceci, da anni ormai, passava le sue giornate da cittadino riabilitato. Le sue parole, recitate delicatamente dal microfono, hanno riassunto tutto ciò che, con il passato alle spalle, Italo Ceci era diventato e ha rappresentato per i suoi cari. “Quando ho conosciuto Italo avevo 13 anni”, ha detto con parole di velluto, “e negli ultimi 15 anni abbiamo passato insieme 10 ore al giorno: eravamo diventati una coppia di fatto. Italo non avrebbe voluto vedermi qui a parlare per lui, ma ci sono momenti in cui le parole assumono un significato più forte che in altri. Parole che rivolgo alle persone che con la loro presenza testimoniano l’amore e la gratitudine”. Ma tra i ringraziamenti c’è spazio anche per la difesa della memoria di Ceci “da quelli che in un momento di dolore si sono sentiti autorizzati a dare giudizi e pareri ingiustificati”, ha aggiunto Claudio Manoni rivolgendosi “anche ad una parte di stampa”. Poi ha ripreso a ripercorrere il percorso di Ceci: “Un uomo che i suoi errori li aveva pagati tanto e  tutti fino in fondo. Ma il suo passato era morto per far rinascere una persona nuova: per 30 anni, giorno dopo giorno ha affrontato difficoltà e umiliazione, fino a raggiungere l’umanità che solo chi ha guardato profondamente dentro di se può restituire agli altri e diventare una persona cortese con tutti, che parlava alla gente con il cuore; capace di adottare un figlio, giocare con i bambini, amare gli animali. Le testimonianze di stima portate dalla gente sono la prova più evidente che Italo la sua sfida l’ha combattuta e vinta: è un uomo che è nato due volte e morto due volte, ma stavolta non l’ha voluta lui, e a questa morte va dovuto e riservato il rispetto. Chi lo ha amato e apprezzato conserverà in silenzio il ricordo di una bella persona”.

 

Un rispetto e un ricordo che la folla ha tributato con un caloroso applauso al feretro, appena prima di vederlo sfilare all’esterno della chiesa, dove la benedizione di Don Luca e le lacrime di tutti lo hanno visto partire alla volta del cimitero di San Silvestro, dove Italo Ceci sarà tumulato domani.

 

Daniele Galli