La convocazione è arrivata in mattinata, con una telefonata dal tono dell’urgenza, ai dirigenti di Folgore Pescara, Orione, Insieme, Pro Tirino, Dinamo, Audace, Gladius, San Donato, Miral, Parco De Riseis e D’Annunzio-Marina, società calcistiche affiliate alla Figc, e ai rappresentanti della Uisp. Sono loro che, tra Terza Categoria e campionati amatoriali e giovanili, utilizzano per gli allenamenti gli impianti comunali di Rampigna e Rancitelli. Ad attenderli alle 17:30 nel suo ufficio c’era l’assessore comunale allo Sport Nicola Ricotta, affiancato dai dirigenti Angelo Giuliante e Tommaso Vespasiano, per spiegare che la mancanza di personale addetto alla gestione dei campo, i cosiddetti custodi, sta costringendo il Comune a misure estreme e di emergenza.
Una situazione già palesata ad aprile scorso, quando si prospettò per alcune ore addirittura la chiusura (leggi) dei due impianti in terra battuta e del PalaOrfento. All’epoca si risolse tutto con un’integrazione del personale; “ma ora”, ha detto nel pomeriggio Ricotta, “le leggi ci impediscono nuove assunzioni e di lavoratori socialmente utili l’ufficio provinciale è sprovvisto”. Per chiarire, le amministrazioni comunali sono tenute all’impiego, per tali mansioni, di lavoratori socialmente utili, che dopo due anni di contratto devono essere assunti o sostituiti da altri di pari categoria. Al problema si aggiungono ripetuti permessi per malattia, mobilità, periodi di aspettativa e regolari pensionamenti. Ma, a quanto dicono dal Comune, l’ufficio provinciale di collocamento ha le graduatorie a secco di Lus, e i tagli nazionali vietano nuove assunzioni. Così, Rampigna e Rancitelli, da domani saranno senza custodi che aprono e chiudono i cancelli, puliscono gli spogliatoi e tengono i campi in funzione.
A rimetterci, dunque, sarebbero le società, lasciate senza un campo sul quale far allenare i propri atleti; un’ipotesi che Ricotta e la sua squadra vogliono scongiurare; anche alla luce dei recenti aumenti del 23% imposti alle tariffe. Ma in attesa di “un’idea ingegnosa che potrebbe risolvere la situazione”, hanno spiegato i tre, “solo le stesse società possono provvedere”. Come? Autogestendosi: alla fine di ogni allenamento i dirigenti sportivi pulirebbero gli spogliatoi, lasciandoli in condizioni tali da poter essere utilizzati dalle squadre del turno successivo. Per la manutenzione più complessa, come il ripianamento del terreno, la gestione e la riparazione di docce e caldaie, restano in carica gli operai comunali.
Alle società, in contropartita, uno sconto del 40% sulle tariffe di utilizzo: al Comune entrerebbero circa 200 euro in meno a settimana, mentre ogni squadra, mediamente, risparmierebbe 65 euro al mese. Spetta a queste, adesso, decidere in tempi brevissimi come organizzarsi, ma corciarsi le maniche in tempo di crisi sembra la soluzione più conveniente. Per non dire l’unica.
Daniele Galli