Un mistero che, in realtà, si poggiava su una flebile speranza, soprattutto per i familiari e gli amici del ragazzo di Moresco, scomparso da Pescara il 14 dicembre scorso. Troppi gli indizi, a partire dagli abiti indossati, l’i-pod, le chiavi. Nonostante quel volto e quel corpo “violentato” da tanti giorni trascorsi in acqua.
“Sul cadavere” spiega la procura “sono stati conferiti incarichi di consulenza ad elevato livello di specializzazione per l’esame autoptico e tossicologico. E’ stato anche disposto l’esame del Dna per corroborare l’identificazione. I consulenti hanno avuto termini dai trenta ai sessanta giorni, per cui non è possibile avanzare prima del deposito delle relazioni ipotesi giuridicamente apprezzabili”. Le indagini della procura di Bari vengono compiute “in stretto collegamento con la Procura di Pescara”.
Sono due, infatti, i fascicoli aperti, uno per sequestro di persona, l’altro per istigazione al suicidio. Sarà, dunque, l’autopsia ad accertare cause e tempi della morte, per capire se Roberto è morto annegato o meno.
Questa mattina, a Bari, erano presenti anche i genitori di Roberto, che sono ripartiti alla volta degli studi di Chi l’ha visto. L’obiettivo, ora, è fare chiarezza sulla vicenda che ha portato alla scomparsa del loro figlio di soli 24 anni. Assurda, per loro, l’ipotesi del suicidio.
Venerdì sera, intanto, il corpo potrebbe essere trasferito a Moresco, dove sarà allestita la camera ardente, in attesa di funerali che potrebbero svolgersi sabato nella cittadina marchigiana.
La ricostruzione a Chi l’ha visto e il particolare inquietante di una testimonianza. La scomparsa di Roberto, il ritrovamento del suo corpo tra gli scogli a Bari e i mille perchè sulla sua morte. Se ne è occupata questa sera la trasmissione in onda su Rai Tre, Chi l’ha visto?, condotta da Federica Sciarelli, che ha voluto ripercorrere gli ultimi momenti trascorsi dal giovane nella sua casa pescarese. Un veloce scambio di battute con il coinquilino, la messa in carica dell’i-pod, una telefonata lampo all’amico del cuore e poi, via, chiusa la porta alle spalle, inizia la corsa. Da lì in poi, più nulla. Cosa è successo? Suicidio? Omicidio? Malore? Suicidio? Le telecamere lo riprendono di spalle e pochi istanti dopo, registrano il passaggio di altri due sportivi. Loro faranno ritorno, Roberto no. C’è anche un’altra persona individuata dalle telecamere nello stesso momento in cui vengono ripresi i due: anche lui non farà ritorno. E’ un caso? Chi è quell’uomo?
In collegamento con gli studi centrali, ci sono Mario e Rita, i genitori di Roberto, esausti, distrutti dal dolore. E, al telefono, un uomo racconta una storia inquietante. Parla di un episodio che lo ha visto protagonista in una giornata di fine estate a Pescara. Si trovava sul molo nord, quando all’imrpovviso ha visto un pitbull senza guinzaglio correre rabbiosamente verso di lui. “Ho avuto la prontezza di rimanere immobile” racconta l’uomo “e il cane, seguito poco distante dal suo proprietario, poco raccomandabile, si è fortunatamente fermato a qualche centimetro di distanza. Non nego che d’istinto mi sarei buttato in mare”.
Non è l’unico a parlare di questo cane. Una donna, al telefono in diretta, racconta la sua esperienza e la sua paura di questo cane “nero”.
Anche Roberto ha incontrato il pitbull sul suo percorso? E’ possibile che si sia spaventato e sia caduto in acqua?
Non è l’unica testimonianza. La seconda, terribile, ma tutta da verificare, arriva da un’altra persona: racconta di aver visto Roberto litigare con due uomini, che lo hanno poi trascinato prima in spiaggia e poi in mare. Il testimone non avrebbe ritenuto opportuno intervenire e, poi, ripassando, avrebbe visto il corpo in mare. Si tratta forse di un mitomane?
I dubbi restano, gli interrogativi sono ancora tanti. Se ne potrebbe sapere di più al termine dell’autopsia.
Per il momento, restano le parole della sorella Lorena. “Roberto amava la vita, non aveva alcun motivo per togliersela”.