Il doppio vertice a porte chiuse di questa mattina in Comune si è concluso con la promessa di un incontro istituzionale con i rappresentanti della Regione. Mentre un centinaio di operatori portuali e marinai attendevano gli esiti della riunione con i rappresentanti del centrodestra e degli operatori portuali nella sala consiliare di Palazzo di Città, le sorti della marineria venivano discusse da uno scarno numero di rappresentanti istituzionali: il sindaco Luigi Albore Mascia, i consiglieri del Pdl Lorenzo Sospiri e Armando Foschi e una piccola delegazione di armatori, tra cui gli infervorati Francesco Scordella e Mimmo Grosso.
Al termine dei 45 minuti di discussione in Comune, il sindaco incontra la parte restante dei pescatori e degli armatori. Ancora una volta in privato. Da quello che si è appreso al termine dell’incontro, è stata programmata una nuova riunione lunedì prossimo nel capoluogo per discutere dell’assegnazione o meno degli ammortizzatori sociali e dei tempi e delle modalità di erogazione della somma. Niente di certo si sa riguardo alle cifre da mettere a disposizione della marineria: “Dipende dalla disponibilità economica della Regione”, assicura il sindaco Mascia, “stiamo vagliando diverse ipotesi per risarcire i pescatori dei ritardi per il mancato dragaggio. Anche che il fondo abbia valenza retroattiva”.
Intanto nella finanziaria regionale è stato messo in bilancio lo stanziamento di un milione di euro per il dragaggio del porto di Pescara. La cifra servirà a incrementare la quantità di materiale da dragare oppure sarà destinata a coprire l’incremento dei costi per l’eventuale trasporto in discarica, in caso le nuove analisi sui fanghi dovessero certificare la presenza di pesticidi e Ddt e rendere quindi definitivo lo stop allo sversamento in mare.
In attesa del vertice di lunedì prossimo all’Aquila con Chiodi e Febo, la marineria pescarese è ferma. Le barche sono tutte ormeggiate sulla banchina del porto. Nessuno è uscito in mare per la consueta battuta di pesca. Dopo la protesta di ieri mattina, i documenti di bordo dei 56 pescherecci sono ancora negli uffici della Direzione marittima. In queste ore i marinai promettono nuove forme di protesta per sensibilizzare la popolazione e la classe dirigente sulle pessime condizioni del porto pescarese. Non si escludono manifestazioni eclatanti come cortei e blocchi stradali, così come avvenuto a giugno scorso.