Ieri le associazioni ambientaliste, oggi un semplice cittadino, Alessandro Diodoro, torna a puntare l’attenzione sul degrado in cui versa il lungofiume del Pescara: a pochi passi dal ponte della libertà, il cosiddetto ponte di Capacchietti, giace una discarica di rifiuti di ogni tipo. Scarti di cantiere, elettrodomestici, inerti, calcinacci, vetri, pneumatici e persino numerosi pezzi di un salotto, dalle ante di un mobile a vecchi divani in pelle.
“Siamo a dieci metri dal fiume”, dice il signor Diodoro, “e questa gravissima condizione in cui versa la zona è un biglietto da visita negativissimo per coloro i quali si muovono nell’hinterland pescarese impiegando l’asse attrezzato, nonché per quelli che arrivano da via del Circuito o Villa raspa”. I criminali ambientali, infatti, non hanno nemmeno usato la fatica di addentrarsi tra la vegetazione o di raggiungere le solite vie sperdute di periferia per scaricare la propria immondizia, bensì si sono limitati ad ammassarli in uno spiazzo proprio lungo il tracciato del ponte.
Non solo rischio-inquinamento per l’area fluviale, dunque, ma anche un invito indiretto all’incivile di turno per copiare e incollare il gesto fuori norma.
Daniele Galli