Pescara. I carabinieri della Compagnia di Popoli hanno eseguito nove misure cautelari, di cui cinque arresti, nei confronti di quella che è stata definita la centrale della droga per l’alta Val Pescara. In manette tre giovani della zona, alcuni rom pescaresi e coppie di pugliesi e campani.
Devono rispondere di spaccio e detenzione illecita di eroina ed hashish; sono: Fabio Ippoliti, pescarese di 35 anni, Antonio Carota, casertano di 46 anni, residente a Pescara, Angelo Cirelli, rom, residente a Pescara, Gianni Vernucci, di 39 anni e la convivente Anna Rita Zaccaria, di 44 anni, entrambi originari e residenti a San Severo (Foggia). Gli altri sono destinatari degli obblighi di dimora e sono: Danilo Santilli, ventenne di Tocco da Casauria (Pescara) Jonathan Toppi, 23 anni di Roccamorice (Pescara), Ludovico Sticca, 21 anni, residente a Torre de’ Passeri (Pescara), Licia Torsellini, 41 anni, residente a Pescara, moglie di Carota.
Le indagini dei carabinieri di Torre de’Passeri, illustrate questa mattina nella sede provinciale dell’Arma, sono partite da Danilo Santilli, individuato come “un vero e proprio referente per i tossicodipendenti dei comuni dell’alta e media Val Pescara, ai quali forniva ogni tipo di droga”. Da lui i militari diretti dal maresciallo Giovanni Rolando e dal suo vice Massimo Petrucci, sono risaliti ai suoi fornitori di Pianella e da questi ad altri venditori di droga di San Severo, Pescara e Bari, eseguendo degli arresti in flagranza di reato. Sono stati molti i servizi di pedinamento effettuati, con l’esame delle intercettazioni telefoniche degli indagati (per parlare di droga usavano sempre un linguaggio in codice) e il posizionamento di telecamere. Studiando i passaggi di stupefacente sono arrivati a Antonio Carota, definito dai carabinieri della compagnia di Popoli, coordinati dal capitano Pasquale Del Giudice, uno “spacciatore di stupefacenti di grosso calibro, in grado di rifornirsi di elevati quantitativi di droga destinata a successive quotidiane cessioni ad intermediari del pescarese e di fuori provincia”. L’uomo poteva contare sulla collaborazione di tutti i familiari, prima tra tutti la moglie, Torsellini, avendo dato istruzioni ben precise per regolare l’accesso a casa ed evitare perquisizioni a sorpresa. Le mosse di Carota e i suoi viaggi per il rifornimento di roba sono stati seguiti con attenzione dai militari, anche in occasione dell’acquisto di una partita di droga che poi ha in parte restituito non avendo raggiunto l’accordo sul prezzo con il nomade che gliel’aveva venduta.
Daniele Galli