Pescara. La riorganizzazione della mobilità, la valorizzazione delle risorse ambientali esistenti, rappresentate dalla sponda fluviale, con la realizzazione del Parco Urbano e, infine, l’acquisizione nel patrimonio pubblico di aree, oggi private, da destinare a servizi e standard pubblici.
Passa attraverso questi tre assi la riqualificazione delle aree del Lungofiume nord: lo studio di fattibilità e il progetto preliminare affidati a due professionisti, Stefano Stanghellini e Vittorio Salmoni, sono a buon punto ed entro gennaio dovranno essere definiti e presentati al Ministero per l’erogazione dei fondi Fas previsti. E’ quanto ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia aprendo ieri pomeriggio i lavori del convegno ‘Una Sponda al Futuro –Riqualificazione e sviluppo delle aree del Lungofiume nord’ promosso dall’assessore allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli nella Sala conferenze della struttura ‘Per noi e dopo di noi’ di via Maiella. Presenti anche il capogruppo dell’Udc Vincenzo Dogali e l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini.
“La proposta presentata” ha detto il sindaco “riguarda le aree del lungofiume nord, comprese tra via Monte Camicia, via del Circuito, il rilevato ferroviario e il fiume Pescara, un’area oggi occupata da diversi edifici dismessi che necessitano di iniziative di riconversione. La zona a breve sarà interessata dalla realizzazione di un’infrastruttura fondamentale, il Ponte Nuovo, la cui costruzione modificherà l’assetto viario e infrastrutturale di un’ampia porzione della città. Grazie al finanziamento ottenuto a fine 2010 dal Ministero delle Infrastrutture è stato possibile elaborare uno studio di fattibilità e programmare gli interventi sul sistema viario, cogliere la domanda di trasformazione degli immobili inutilizzati e degradati presenti nella zona e valorizzare le risorse di cui questo piccolo ambito urbano dispone, ovvero il lungofiume. Lo studio realizzato dal professor Stanghellini prefigura un nuovo assetto per le aree del lungofiume nord basato su tre linee di intervento, ovvero la riorganizzazione del sistema della mobilità; la valorizzazione delle risorse ambientali esistenti, ossia la sponda fluviale, mediante la realizzazione del Parco Urbano; l’acquisizione al patrimonio pubblico di aree oggi private, da destinare a servizi pubblici. Ma è evidente che il finanziamento di tutte le opere pubbliche di cui necessita l’area non può trovare copertura attraverso una programmazione pluriennale dei fondi di bilancio comunale, eventualmente anche ricorrendo a un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Infatti il rispetto del patto di stabilità, norma che riduce drasticamente la possibilità di indebitamento dell’Ente, impone la ricerca di altre fonti finanziarie. Per tale ragione è stato previsto il coinvolgimento di operatori privati nel finanziamento delle opere che si intendono realizzare per la trasformazione della zona. Lo studio di fattibilità ha, dunque, definito i possibili scenari di assetto dell’area sia le possibili strategie di finanziamento delle opere da realizzare, e lo stesso Consiglio comunale ha stabilito di procedere alla riqualificazione dell’area mediante un Programma complesso da attuare in partneriato pubblico-privato”.
“Lo studio di fattibilità” ha aggiunto l’assessore Antonelli “è quasi pronto e verrà consegnato al Ministero entro fine gennaio, ma non è ancora definito e per tale ragione abbiamo voluto promuovere un momento di confronto con le forze del territorio per raccogliere idee, suggerimenti, proposte sulle quali l’amministrazione comunale eserciterà il proprio diritto di sintesi. Peraltro alcuni proprietari di aree e beni hanno già incontrato nei mesi scorsi i progettisti, dunque buona parte del lavoro di partneriato è già stato compiuto”.