Pescara. Sono stati bloccati sul nascere i lavori di dragaggio della darsena commerciale, al porto di Pescara. Lo stop alle operazioni è stato dato dalla dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Noe e, secondo le prime informazioni, sarebbero emersi dei problemi relativamente al materiale che si stava dragando, il quale conterrebbe sostanze inquinanti, pesticidi in particolare.
Sul posto si trovano ora il rappresentante della Capitaneria di Porto e il commissario straordinario per il dragaggio Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara. La darsena “Gino Cucco” è stata sottoposta a sequestro preventivo.
Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, su richiesta della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila, nell’ambito di un’inchiesta preesistente, ma della quale non si sarebbe saputo nulla. Ci sarebbero, infatti, anche alcuni indagati.
“L’intervento” ha spiegato il procuratore capo Alfredo Rossini “è il frutto di complesse attività di indagini peritali disposte dall’autorità giudiziaria finalizzate a impedire l’immersione di sedimenti portuali contaminati da Ddt. In questo modo si è potuto evitare un danno all’ecosistema marino e tale intervento è finalizzato anche ad impedire che venga consumato il reato di traffico illecito di rifiuti”.
Il commento del presidente della Provincia, Guerino Testa. “Mi auguro che l’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila relativa al dragaggio del porto di Pescara si concluda nel più breve tempo possibile, considerata la situazione in cui versa lo scalo per il progressivo accumulo dei materiali e tenuto conto che la marineria e gli operatori commerciali pagano quotidianamente lo scotto di questo stato di cose. Le analisi effettuate dai carabinieri del Noe su campioni di materiale della darsena del porto hanno prodotto risultati differenti rispetto alle analisi dell’Arta. Per l’Agenzia regionale di tutela ambientale il materiale poteva essere versato a mare mentre per i militari dell’Arma quel materiale contiene pesticidi. Auspico che nelle prossime ore vengano predisposte nuove analisi per fare luce su questo punto e per capire in che modo si potrà andare avanti con il dragaggio, eventualmente pensando allo stoccaggio del materiale in un sito idoneo”.