Teramo. Erano anni che non si vedevano insieme e ci è voluta la manovra di Mario Monti per riunirli. Le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono tornate a scioperare, questa mattina, contro la manovra del nuovo Governo tecnico che gli stessi definiscono “ingiusta e iniqua”.
“Colpisce sempre gli stessi” spiega il segretario della Cgil Giampaolo Di Odoardo “i pensionati, i lavoratori dipendenti, la povera gente insomma. Una vera e propria operazione di macelleria sociale, che colpisce i soliti in maniera indecente, toccando solo marginalmente i grandi patrimoni, salvando i privilegi e gli evasori e non riducendo i costi della politica. A tutto questo si aggiunge l’insulto: non c’è una riga sui precari. Allora, di che cosa stiamo parlando? Una manovra del genere potevamo farla tutti, non servivano i tecnici”.
Cosa chiedono, dunque, i sindacati? Che si mantenga l’indicizzazione per le pensioni medio basse, spiegano, che i contributi per le pensioni di anzianità rimangano invariati a 40 anni, più tutele per i lavoratori in mobilità ed un più graduale innalzamento dell’età pensionabile per le donne. Chiedono, inoltre, che l’imposta sulla casa sia progressiva e che una quota del gettito venga destinata ai Comuni che, altrimenti, sarebbero costretti ad introdurre nuove tasse per pagare i servizi e che si attui la riforma degli ammortizzatori sociali. Dove recuperare le risorse? Da un’imposta sulle grandi ricchezze, da una tassazione dei capitali portati all’estero o dalla riduzione delle spese militari.
“Serve soprattutto un maggiore impegno nella lotta all’evasione” aggiunge il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini, presente al presidio. “Così com’è la manovra non dà segnali forti di ripresa. Servono maggiori risorse per gli investimenti sul territorio”.
Le richieste che sono state portate all’attenzione del Prefetto Eugenio Soldà che, alle 12.30, ha ricevuto una delegazione delle sigle sindacali.
Marina Serra
