Pescara. Da eccellenza nella manutenzione alla crisi occupazionale che vede gli ex tecnici di Air One Technic senza stipendio né ammortizzatori da ottobre.
Quella che era un’ eccellenza abruzzese nelle manutenzioni ai mezzi di trasporto aereo dell’ omonima azienda e per i vettori che stazionavano presso l’ aeroporto di Pescara, a seguito della perdita del posto di lavoro si trovano anche nella difficoltà oggettiva che scaturisce dal blocco della mobilità che, come da accordi presi in sede Ministeriale, ha ancora ragione di esistere per ulteriori due anni.
“La situazione è veramente drammatica” afferma Andrea De Lutis, responsabile della Fiom Cgil Chieti, “queste persone sono senza nessun sussidio economico dal mese di ottobre 2016, ci sono interi nuclei familiari ridotti sul lastrico senza nessuna motivazione a loro imputabile”.
In queste settimane la Fiom di Chieti ha contattato tutti gli attori presenti nel 2014 al tavolo delle trattative diuna vertenza che già nel 2011 vide le proteste più plateali cercare di evitare la chiusura del reparto manutenzioni dell’Aeroporto d’Abruzzo, “ma nei fatti oltre ad ottenere qualche educata risposta (quando arrivata)”, aggiunge il sidnacalista, “che diceva che si stava provvedendo alla risoluzione, null’altro di concreto. Ad oggi non si capisce quale sia il problema, di conseguenza quale dovrà essere la soluzione e in quali tempi essa arriverà. Nel frattempo i giorni passano, le difficoltà per i Lavoratori e le loro famiglie aumentano e purtroppo fino a prova contraria registriamo che forse ad Alitalia che all’ epoca inglobò in CAI quella che era l’ Air One Technic molto probabilmente non importa delle difficoltà che queste persone stanno incontrando”.
Nella giornata di oggi, la Fiom di Chieti ha inviato una lettera di diffida all’ Alitalia Spa, al Ministero dei Trasporti, al Ministero del Lavoro, all’Inps e alla Regione Abruzzo: “Questa situazione non può perdurare”, prosegue De Lutis, “urge trovare una soluzione ad un problema sicuramente burocratico, non scaturito dai Lavoratori nei fatti stanno già pagando la perdita del lavoro, non è giusto che a questo punto paghino anche in maniera così devastante le storture e le lungaggini del nostra sistema. Da tutti questi destinatari elencati attendiamo fiduciosi un riscontro positivo”.