L’Aquila. Avvelenamento colposo delle acque. È quanto ha stabilito la Corte d’Assise d’Appello dell’ Aquila in merito alla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino.
Viene così modificato la prima sentenza di due anni fa della Corte d’Assise di Chieti dove il reato non era stato riconosciuto. Nella sentenza di oggi la Corte ha anche riconosciuto la sussistenza di alcune aggravanti in merito al reato del disastro colposo.
La Corte aquilana, nel riconoscere le aggravanti nei confronti di alcuni imputati, ha di fatto interrotto la prescrizione del reato. La sostanziale modifica della sentenza di primo grado ha prodotto, secondo quanto letto dal presidente della Corte d’Assise, Luigi Catelli, risarcimento danni e provvisionali a carico degli imputati quantificati in milioni di euro. In Corte d’Assise, a Chieti, il 19 dicembre 2014, i 19 imputati furono assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale era stato derubricato in colposo e, quindi, prescritto. Dei 19 imputati uno, Vincenzo Santamato, che si occupava di sicurezza ambientale in Ausimont, è deceduto, come ha comunicato alla Corte il suo difensore l’avvocato Alecci del foro di Milano.
La sintesi del lungo e articolato dispositivo letto dal presidente della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, Luigi Catelli, è che l’avvelenamento aggravato è stato riconosciuto ma prescritto. In merito al disastro colposo il riconoscimento delle aggravanti annulla la prescrizione consentendo così la condanna di dieci imputati.
I giudici, nel riformare radicalmente la sentenza di primo grado, in virtù dei reati riconosciuti hanno anche stabilito le provvisionali e le spese legali da riconoscere a parti civili. Si tratta di 3,7 milioni di euro così ripartiti: 2,705 mln di provvisionali e 592 mila euro che con gli oneri arriveranno a un milione di spese legali. La sentenza ha così stabilito il principio del risarcimento danno che viene per ora solo coperto parzialmente dalle previsionali, ma il conto successivo sarà fatto in sede civile.
FORUM H2O: VERA GIUSTIZIA E’ LA BONIFICA
“Dopo quanto accaduto in fase di udienza preliminare e in primo grado questa sentenza di appello almeno ristabilisce la verità su fatti di inaudita gravità che hanno riguardato la qualità della vita di 700.000 persone”, commenta Augusto De Sanctis, attivista del Forum H2O, “Le pene sono miti – a cui si aggiunge il condono con contorno di prescrizione – a testimonianza su come le leggi nel nostro paese considerino la tutela dell’ambiente e la difesa della salute. Comunque la vera giustizia per noi è la bonifica, il nostro territorio deve essere risanato fino in fondo subito e risarcito per i danni subiti come prevede la sentenza. Non possiamo aspettare un minuto di più, nella val Pescara è un disastro con i pesci al mercurio. Una vergogna internazionale che deve finire. Questa sentenza può aiuterci senz’altro”.
WWF: DISASTRO NON PRESCRIVIBILE
“Cambia totalmente lo scenario”, afferma, dopo la lettura del dispositivo della sentenza, l’avvocato Tommaso Navarra, che ha rappresentato il Wwf nella vicenda giudiziaria, “la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila sostanzialmente riconosce la verità storica di entrambi i reati: sia l’avvelenamento delle acque sia il disastro ambientale riqualificandoli in fatti di colpa. Il trascorrere del tempo conduce alla prescrizione il reato di avvelenamento ma non quello del disastro ambientale che viene affermato anche in termini di responsabilità penale per 10 degli imputati condannati a pene, condonate, variabili tra i 2 e i 3 anni”.
“L’affermazione di responsabilità”, dettaglia l’avvocato, “ha portato anche alla condanna al risarcimento del danno da quantificare in separata sede nonché alla condanna a varie provvisionali per oltre tre milioni di euro, che vanno da un milione di euro in favore dell’ATO, a 500mila euro in favore della Regione Abruzzo, a 200mila euro in favore di tutti i Comuni, a 10mila euro in favore del WWF Italia e di Legambiente, a 5mila euro in favore delle restanti associazioni ambientaliste che si erano costituite parte civile”.
“Dopo due anni di lavoro e di assoluta fiducia nella giustizia”, conclude il legale, “oggi possiamo dire che anche i reati ambientali possono trovare un giusto accertamento di verità”. “Oggi è stato compiuto un passo avanti importante nell’accertamento della verità ma l’obiettivo finale”, aggiunge Luciano Di Tizio, delegato Wwf Abruzzo, “come abbiamo sempre detto, resta la bonifica del territorio e l’applicazione del sacrosanto principio del chi ha inquinato paghi”.
ALESSANDRINI: PESCARA COMUNE PIU’ RISARCITO
“La sentenza pronunciata oggi segna un punto a favore della tutela del territorio”, afferma il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, “In favore del Comune sono stati liquidati a titolo di provvisionale 200.000 euro, è la somma più alta fra quelle erogate ai Comuni interessati e che impiegheremo a favore delle politiche ambientali”.